giovedì 24 dicembre 2020

Esclusiva Intervistandopersport : A tu per tu con Daniele Mariotto




 Chi è Daniele Mariotto?

 

Mi occupo prevalentemente di comunicazione & marketing online (con uno specifico riferimento alle strategie di promozione e valorizzazione d'immagine) e nella mia attività di giornalista "free lance" mi dedico con passione all'analisi dell'attualità politica e socio-economica, ma soprattutto alla cultura in senso lato (attraverso l'approfondimento di temi inerenti la critica letteraria, musicale e cinematografica).

Negli ultimi anni ho rivolto in particolare la mia attenzione ai grandi eventi nel settore dell'arte e dello spettacolo - descrivendone gli aspetti più originali ed innovativi anche tramite i "social media" e "réportage" condotti in tempo reale - ed al tempo stesso ho svolto le funzioni di Ufficio/Stampa per protagonisti del mondo della cultura o della realtà imprenditoriale (oppure personaggi impegnati in prima linea nell'ambiente del volontariato o nella vita politica ed istituzionale).

All'inizio del mio percorso professionale ho ricoperto ruoli di responsabilità in aziende delle telecomunicazioni e dell'energia, operando anche per un certo periodo in un Paese extra-europeo ed assumendo funzioni manageriali nella holding Fininvest come componente del Sales & Marketing Executive Board nel settore New Media.

In quest'ultimo biennio ho voluto alternare il mio impegno professionale ad un più diretto coinvolgimento in attività ed iniziative di carattere sociale: nell'ottobre 2019 sono stato tra i Soci Fondatori - e primo Presidente - della sede di Verona (mia città d'origine) di Accademia Kronos, il più antico movimento ambientalista nel contesto europeo, mentre da diversi anni sono Socio Fondatore e membro del Consiglio Direttivo di ANILDA Onlus (Associazione Nazionale per l'Inserimento Lavorativo di giovani Diversamente Abili).

In questo 2020, così difficile e problematico un po' per tutti, ho voluto dare un ulteriore impulso - soprattutto nel periodo del primo "lockdown" primaverile - al mio amore per la cultura: già nell'anno precedente ero stato tra i fautori a Milano (anche in tal caso in veste di Socio Fondatore) del gruppo culturale ed artistico "L' Assedio", del quale sono attualmente il Segretario, contribuendo a realizzare un apprezzato spettacolo teatrale - "Bandiera Gialla: il meglio degli anni '60" - ed espletando il ruolo di Direttore di palcoscenico in occasione della sua prima rappresentazione a livello nazionale.

Sono anche titolare di una rubrica televisiva - "Pensieri ed Emozioni: idee, citazioni ed aforismi dal mondo dell'arte, della cultura e dello spettacolo" - che viene trasmessa da alcune emittenti locali soprattutto nell'area lombarda ed in altre zone del Nord-Italia.

Nella scorsa primavera ho scritto il testo della prefazione al Romanzo/Novella "La gemma luminosa" della scrittrice Roberta Balloni (nota anche come autrice teatrale e promotrice di apprezzati eventi culturali).

Nel corso dell'autunno invece - tra ottobre e novembre - sono intervenuto più volte come ospite ad un "format" radiofonico ("Lady B. Talk and Music") - in onda settimanalmente nel palinsesto della Web/Radio Studio Uno Abruzzo - nel cui ambito mi è stato chiesto di descrivere e commentare la storia, le bellezze e le tradizioni di alcune regioni italiane.

Infine, proprio in questi giorni, ho ultimato la stesura di un capitolo del saggio scientifico del Prof. Luigi Longhin  (psicoterapeuta di fama internazionale, già Docente di Epistemologia delle Scienze Umane e Psicologia dell'Età Evolutiva presso l'Università di Milano Bicocca) dedicato a "La mente emotiva malformata e le conseguenze relazionali negative (sul piano psicologico ed affettivo) nella famiglia, nella scuola, nel lavoro, nella società e nella politica".

Il titolo del mio capitolo, scritto a quattro mani con l'amico Ing. Sandro Piras (primo fondatore e Presidente di ANILDA Onlus), è: "La mente emotiva malformata e le dinamiche di inclusione sociale delle diversità". Il saggio scientifico sarà disponibile in tutte le librerie a partire dalla fine di dicembre, e devo ammettere che per me l'impegno in questo particolare campo d'interesse ha rappresentato qualcosa di assolutamente nuovo ed insolito; penso, peraltro, che ne potrà derivare un eccellente riscontro sul piano dell'elaborazione dei contenuti.





Come si diventa un giornalista famoso?

 

Non ritengo vi siano regole/standard da seguire per potersi affermare professionalmente nell'attività giornalistica. Da parte mia ho sempre agito con spontaneità nella descrizione di eventi, situazioni o dati di fatto oggettivi, cercando di essere il più possibile imparziale e neutrale nei miei giudizi: quando mi trovo - in talune circostanze - ad esprimere mie personali opinioni o valutazioni (laddove lo specifico contesto lo richieda, ad esempio nell'interfacciarmi all'attualità politica o all'analisi critica di opere d'ingegno come possono essere le nuove produzioni in campo musicale o cinematografico), mi dichiaro sempre disponibile a confrontarmi apertamente con coloro che mi seguono e non ho mai la pretesa che il mio punto di vista debba a priori prevalere - come una sorta di dogma indiscutibile - nel rapporto e confronto con opinioni diverse. Penso sia fondamentale essere rispettosi dei princípi e valori di riferimento a cui si deve correttamente ispirare la deontologia professionale, mantenendo costantemente aperto un canale di dialogo con i lettori (o con gli ascoltatori, qualora l'attività giornalistica venga svolta a livello radiotelevisivo).

Devo dire che, in particolare negli ultimi 2/3 anni, ho ricevuto riconoscimenti che non avrei mai pensato di ottenere (e che ho accolto quasi con stupore, proprio perché del tutto inattesi): potrei ricordare il Premio letterario "Letizia Isaia" per la comunicazione tramite "social media", alla Camera dei Deputati nell'ottobre 2018, oppure il Premio internazionale "Cristoforo Colombo" come giornalista dell'anno a La Spezia nel novembre dello stesso anno.

Nel 2019 mi è stato anche assegnato il "Venice Ulysses Experience Special Award" alla 76ma Mostra del Cinema di Venezia e - qualche settimana più tardi - un riconoscimento "ad honorem" in occasione della 1ma edizione del Premio "Città di Velletri" alla carriera cinematografica, per la mia attività nell'ambito della critica di settore.

In questo 2020 - pur così tormentato e drammatico - ho ricevuto a febbraio il Premio alla Carriera a Sanremo nella settimana del Festival della canzone italiana, mentre nel periodo estivo - nella fase di transizione tra il primo ed il secondo "lockdown" per l'emergenza sanitaria - mi è stata comunicata l'avvenuta assegnazione del Premio nella categoria Letteratura al "Menotti Art Festival" di Spoleto (la consegna avverrà materialmente nel 2021, poiché l'evento è stato rinviato a data da destinarsi nel corso del nuovo anno).

 




Quanto è importante la comunicazione?

 

La comunicazione è da sempre essenziale per promuovere e diffondere la conoscenza di situazioni e vicende, come pure realtà culturali o informazioni di stretta attualità provenienti da ogni latitudine, rendendone partecipi tutti coloro che non avessero l'opportunità di coglierne direttamente ogni specifico aspetto o peculiarità. Il mondo di oggi - globalizzato e tecnologicamente interconnesso - comporta una progressiva mutazione delle modalità comunicative, garantendo al tempo stesso vantaggi e svantaggi.

Se i tradizionali strumenti di comunicazione (carta stampata, radio, Tv) contemplavano in sé l'implicita presenza di rischi sotto il profilo di una possibile manipolazione subliminale delle notizie e delle informazioni - in conseguenza di un esercizio talvolta discrezionale ed arbitrario del cosiddetto "quarto potere" - nel mondo di oggi la fruizione del Web consente ad un'utenza più vasta l'accesso ad una miriade di dati ed opinioni di cui spesso non è chiara la provenienza e le cui fonti non risultano oggettivamente verificabili. Occorre agire con estremo rigore nel prevenire e reprimere il fenomeno della diffusione incontrollata di "fake news" e - ancor più ed a maggior ragione - il propagarsi di un patologico orientamento al "social hating", che nel "mare magnum" del Web costituisce una pericolosa tendenza a suscitare e disseminare odio, discriminazione, pregiudizio e violenza verbale (con esiti deleteri nel loro potenziale tradursi in atti di concreta aggressività, o violenta prevaricazione, nella pratica quotidiana)

 


Le sue ambizioni e il suo sogno?

 

Per il più immediato futuro vorrei che, in generale, potessimo tutti tornare ad una vita relativamente normale: essendomi dedicato - negli ultimi anni - a descrivere e commentare sul campo i grandi eventi culturali ed artistici (sia nazionali che internazionali), il mio auspicio è che si possano quanto prima creare di nuovo le condizioni affinché venga regolarmente consentita l'organizzazione di iniziative e manifestazioni dal vivo. In questo problematico 2020 - se escludiamo pochissime eccezioni - abbiamo assistito all'annullamento di numerosi eventi di prestigio (dalle Olimpiadi di Tokyo al Festival del Cinema di Cannes; dall'Expo di Dubai ai Campionati europei di calcio; dal Festival lirico estivo  all'Arena di Verona sino alla tradizionale "prima" di Sant'Ambrogio al Teatro alla Scala di Milano) o - in alternativa - al loro svolgersi in modalità meramente online (si pensi - per citarne alcuni - al Salone Internazionale del Libro di Torino, alla rinomata "Buchmesse" di Francoforte o alle cerimonie di consegna di importanti Premi letterari e cinematografici).

Nel medio periodo avrei l'ambizione di realizzare un progetto che sto seguendo da tempo in fase preliminare: la trasposizione in versione cinematografica del romanzo d'esordio di un'amica scrittrice; una commovente storia - tratta da una vicenda realmente accaduta - nella quale si affrontano delicati temi sociali come l'abuso di potere nell'ambiente dello spettacolo, il bullismo giovanile o la violenza sulla donna nella società di oggi. Nella gestione del progetto (ad esempio nell'ipotesi di regia e nella predisposizione degli allestimenti scenografici) sono già coinvolti alcuni protagonisti che hanno associato il proprio nome - in un passato più o meno recente - ad autentici "mostri sacri" del cinema italiano; mi limito a menzionare, a tale proposito, due soli riferimenti: Federico Fellini e Nanni Moretti.

Infine, un mio grande desiderio è scrivere nei prossimi anni alcune biografie di personaggi celebri del mondo della cultura, della musica o della politica. Mi sono già dedicato alla preparazione, in questi mesi, di alcune bozze riguardanti un primo progetto biografico: la ricostruzione della vita e del percorso politico di uno storico esponente della cosiddetta "Prima Repubblica".

mercoledì 23 dicembre 2020

A tu per tu con Kristian Xipolias






Chi è Kristian Xipolias?

Classe ’88, Kristian Xipolias studia Architettura al Politecnico di Torino e Regia Cinematografica alla S.N.C.I  di Firenze nel 2018.

Nel 2018 è stato co fondatore del colletivo cinematografico Cinestrada,nello stesso anno dirige il suo primo documentario in Grecia dal titolo “Le mani del suono” e partecipa in concorso al Festival di documentario Docfest di Chalkida in Grecia. Nel 2019 vince il bando nazionale di regia “Ciak s'illumina” indetto da Intesa Sanpaolo, Siae e Mibact nel ruolo di sceneggiatore e regista,per il quale scrive e dirige due cortometraggi. Nello stesso anno dirige il cortometraggio “Ruina” che viene selezionato come finalista in 15 film festival mondiali. Dal 2019 ad oggi ha diretto diversi progetti di video-arte  come "Confine" e "Precarius", documentari, spot e video clip.

I suoi lavori sono stati selezionati come finalisti da diversi Film Festival internazionali, ricevendo premi e menzioni speciali.





Che cosa lega il progetto “Fiori” in co-produzione con Vena Artistica ? 

Vena Artistica è stata una delle poche realtà Torinesi che ha supportato il nostro progetto dal suo inizio, una grande parte degli attori del nostro film li abbiamo reclutati tramite Vena Artistica e la casting director del corto Vittoria Adamo, inoltre Vena Artistica ci sta supportando anche nella parte produttiva e organizzativa del film. Siamo molto contenti che ancora si trovino realtà che mettano in luce idee creative senza secondi fini.





Perché la scelta di girare il cortometraggio nelle periferie di Torino ? 

La storia nasce da una ricerca documentaristica inerenti le condizioni lavorative dei riders, svolta da me, negli anni compresi tra il 2018 – 2020. Così nasce il soggetto di Fiori, sviluppato in sceneggiatura insieme ad  Antonio Tribulato nel luglio del 2020. 
Fiori vuole essere un omaggio odierno al film simbolo del Neorealismo Italiano Ladri di bicliclette, diretto da Vittorio De Sica (1948). 
Cosa farebbe Antonio Ricci (protagonista del film Ladri di biciclette) nell’Italia del 2020?
Le location del film,Falchera e Lingotto sono co-protagoniste e testimoniano l’architettura italiana degli anni 1930-1970; caratterizzata da estesi complessi di case popolari, ex edifici industriali e luoghi simbolo del boom economico italiano. Persi nel loro autentico spirito ma degni di essere riportati alla luce.Una grande parte del film sarà girata nel quartiere di falchera.



Quali buoni propositi per il 2021? 

Sicuramente uscire da questa pandemia al più presto. Inoltre mi auguro che sia un’ anno più proficuo per tutti coloro i quali vogliano esprimersi tramite le tante sfaccettate forme d’arte.



Vittoria Adamo Presidente Associazione Vena Artistica




 

sabato 19 dicembre 2020

A tu per tu con Maria Teresa Varone

 







Chi è Maria Teresa?
Maria Teresa è una donna dal carattere molto forte e determinato, sempre solare con molti interessi. 







Di che cosa ti occupi?
Ho lavorato in diversi settori : sartoria ,generi alimentari  ruolo banconista, fornaia,e per cinque anni sono stata capogruppo di un azienda cosmetica Yves Rocher. 




Passioni?
Ho molte passioni, tra cui la cucina e preparare  dolci, ne creo sempre diversi. Inoltre, adoro  fare quadri in 5d anche con l'uncinetto a file. Infine mi rilasso leggendo molto, e questo mi porta a studiare vari argomenti . 









Come ti vedi tra un anno?
Immagino di avere a fianco i  miei figli, realizzata in un lavoro che possa stuzzicare  la mia brillante fantasia e  una relazione stabile che mi renda felice.










Fonte Ufficiale Torino Football Club : Comunicato della Società

Fonte Ufficiale Torino Football Club

 


Il Torino FC comunica di aver dato mandato ai propri legali per tutelare l’immagine della Società e dei suoi tesserati in merito alle illazioni, infondate e destabilizzanti, apparse in questi ultimi giorni.

venerdì 18 dicembre 2020

A tu per tu con Andrea Bonaluce


 


Chi è Andrea Bonaluce?

Sono un giovanotto di 36 anni sui documenti ma dentro ne sento sempre tra i 15 e i 20. Sono alla continua ricerca di nuovi stimoli e sicuramente grazie al mio lavoro questi non mancano. Da qualche anno infatti sono riuscito a realizzare uno dei miei obiettivi lavorativi, ovvero affermarmi come fotografo e Videomaker. Comunque c’è sempre da imparare quindi non mi sento mai arrivato e continuo a studiare i metodi per migliorare sempre di più le tecniche che riguardano il video e la fotografia. 

Tra le altre cose sono anche un pilota di droni certificato Enac.

Poter volare, anche solo guardando uno schermo, la trovo una cosa magnifica. 




Quanto è importante la comunicazione per voi Filmaker, YouTuber ?

Sicuramente la comunicazione è uno degli aspetti fondamentali per un Videomaker. Tanto più di questi tempi dove viviamo perennemente connessi l’uno a l’altro tramite internet ed i social. Sono appassionato di spot pubblicitari e rimango affascinato nel vedere come in pochi secondi si possa raccontare una storia. E’ una sfida riuscire a comunicare qualcosa in modo efficace in 30 secondi, e la tendenza è che gli spot dureranno ancora meno quindi la comunicazione deve essere sempre più diretta ed efficace. Personalmente prediligo l’emozione alla tecnica quindi anche in quei pochi secondi desidero sempre che lo spettatore provi un’emozione. Sarà quella che gli farà ricordare lo spot.




Le sue ambizioni e il suo sogno?

Non stabilisco mete a lungo termine. Cerco piuttosto di realizzare al meglio quelle che sto vivendo sul momento. Quest’anno ho iniziato a lavorare nelle competizioni Rally come Videomaker, uno dei sogni che si è avverato , il prossimo e continuare così. La cosa più bella di questo lavoro e conoscere le storie personali e lavorative dei clienti, trovo sia un privilegio poter conoscere nel profondo qualcuno e avere la responsabilità di trasferire quei sacrifici in un video. 

Un sogno da realizzare potrebbe essere quello di lavorare nel settore del calcio, sono un grande appassionato di calcio pertanto poter lavorare anche in questo ambito sarebbe fantastico.  


Sport sì o no?

Sport si.

Lo sport fa parte della mia vita da quando sono piccolo. Sia nel praticarlo che nel guardarlo nelle varie competizioni sportive. 

Sono appassionato di Calcio come ho già detto, ma anche di tennis e di tutti gli sport motoristici, mio nonno è stato meccanico di moto per più di 30 anni, sono cresciuto con il rombo dei motori e il profumo della benzina quindi è stato inevitabile esserne attratto. Ora che lavoro nel Motorsport ogni volta che torno da una trasferta gli racconto di come è andata la gara e alcuni particolari tecnici. Condivido con lui la passione che mi ha tramandato fin da piccolo.

Per quanto riguarda la passione dello sport in genere invece è merito dei miei genitori che mi hanno sempre fatto vivere lo sport senza pressioni e mi hanno insegnato che la cosa più importante era divertisti. Questa cosa vale anche nel lavoro, se ti diverti mentre lavori, sentirai meno pressione e la qualità del lavoro ne gioverà.










"Ma cos'era mai questo Toro?" di Sabrina Gonzatto

 


Sabrina Gonzatto, torinese di nascita. Vive a Torino.Dopo essersi laureata in lingue e letterature straniere moderne, intraprende la carriera nel mondo dell’arte, come organizzatrice di mostre. Successivamente si specializza in marketing e inizia a lavorare per il più importante gruppo di formazione universitaria privata in Italia. Contemporaneamente, si iscrive all’ODG Piemonte e alla SIAE come autrice e sceneggiatrice. Nel 2005 esce il suo primo libro Ma cos’era mai questo Toro? dedicato al papà che le ha trasmesso la passione per il Toro. Successivamente nel 2007 Ho perso la testa per te; nel 2011 Orfeo Pianelli, il presidente del Toro campione. Dal 2007 scrive sceneggiature per il Festival Nazionale Luigi Pirandello; dal 2005 è presidente del premio letterario Giovanni Graglia. Attualmente è la responsabile nazionale Comunicazione ed Eventi dell’Università eCampus. Vicepresidente dell’Associazione granata ToroMio. Direttore del periodico Palio Magazine.

 

Perché hai deciso di scrivere questo libro?

In realtà, la prima versione era per mio papà, delle riflessioni scritte per lui. Gli appunti sono stati letti, trasformati dapprima in un testo teatrale – lo spettacolo che ne è derivato ha avuto un successo enorme e continua ad essere rappresentato - e successivamente è stato pubblicato. Ricordo con piacere che la notizia della pubblicazione mi fu comunicata il 23 dicembre 2004, 16 anni fa. Il Toro mi ha scoperto scrittrice.

Ci sono dei riferimenti della tua vita?

Sì, alcuni miei, altri presi dalla mia famiglia, dai miei amici. Molto è frutto della mia fantasia. Il Toro è stato fonte di ispirazione, naturalmente. La prima volta sono andata al Comunale, oggi Grande Torino, con mio papà e avevo appena 5 anni, non so come mia mamma abbia dato il permesso. Da quel momento ho associato lo stadio al Toro e a mio papà.



Hai pensato di scrivere una sceneggiatura per un film?

In verità dopo il teatro, ci abbiamo pensato e abbiamo anche avuto delle offerte. Il teatro però ci ha assorbito completamente. Pensa che questo testo è stato anche rappresentato al Carignano di Torino in collaborazione con il Teatro Stabile.

2021: idee per nuovi progetti

Sono considerata un’icona della letteratura granata e di questo ne vado molto fiera. Ho un libro nel cassetto che però fatica ad uscire dal momento che la situazione legata al Covid ha influito sulla mia ispirazione in senso negativo. Come si può essere sereni se intorno a te le persone stanno morendo? Nella speranza di sbloccarmi al più presto, mi frulla in testa un progetto legato alle donne e al Toro che potrebbe venire alla luce. Per ora attendiamo. Qualche giorno fa è uscito il numero natalizio di Palio Magazine di cui sono direttore, un anticipo per la prossima stagione. Con l’occasione permettimi di augurare a te e ai tuoi lettori il mio più affettuoso Buon Natale e Buon Anno.






giovedì 17 dicembre 2020

Esclusiva Intervistandopersport : A tu per tu con Giampaolo Sirigu


 

“Storie di “fratelli di “nel mondo del calcio. Di nome fa Giampaolo e di cognome Sirigu. Gioca nell’Arzachena e fa il difensore. La sua intervista in esclusiva a Intervistandopersport.

Prima di incominciare a giocare a calcio hai praticato altri sport?

No, ho sempre giocato a calcio. Per un anno ho provato con il nuoto però non mi ha soddisfatto.

Qual è il tuo stadio preferito? 

San Siro senza dubbio, la prima volta ti toglie letteralmente il fiato.



Oltre a essere un difensore centrale, quali altri ruoli hai ricoperto?

Mi son reso sempre disponibile a qualsiasi ruolo , in difesa ho giocato praticamente in qualsiasi posizione. 

Cosa ne pensi degli eSports?

Non sono un grande fan dei videogiochi, non conosco quel mondo.






mercoledì 16 dicembre 2020

A tu per tu con Antonio Chiera









Quando si è avvicinato allo sport e al giornalismo?

“Ho praticato lo sport fin da piccolo, ho iniziato con il calcio, poi con il ciclismo, il tennis ed ora mi sto dedicando sempre piu al running; poi piano piano ho iniziato prima a fare l’arbitro di calcio arrivando a dirigere gare fino alla serie D, poi come direttore di gara nel ciclismo a livello nazionale, all’attivo ho oltre 15 giri d’Italia, mentre nel tennis solo a livello regionale; Poi è arrivato il giornalismo. Mi sono sempre occupato di cronaca, inchieste e rubriche, solo successivamente ho iniziato a scrivere anche di sport”.


Come si diventa un giornalista famoso?

“Famoso è una parola che non mi appartiene e neppure mia ho pensato minimamente di diventare uno famoso, diciamo che oltre 20 anni di attività qualcosa di buono ho fatto a livello professionale. Alla fine a me interessa portare il servizio al giornale (Voce Pinerolese e Corriere della Sera) e per ora pare che ci sia sempre riuscito”.






Attualmente come sta il “giornalismo italiano” detto da un giornalista sportivo italiano?

“Diciamo che la carta stampata non se la passa tanto bene, il giornalismo a mio modo di vedere se lo fai raccontando la verità, senza alterare nulla, essere obiettivi alla fine i risultati arrivano. Come tanti colleghi, ogni anno come ben sa, siamo impiegati nei corsi formativi e tra i tanti ne ho fatto uno molti anni fa cui il docente era ENZO BIAGI un grande in questa professione, e lui mi disse: “E’ nella emergenza che si nota la funzionalità”; Quella frase la feci mia e da allora è stato sempre così; Prima di scrivere ogni articolo leggo la mia frase:” Un bravo giornalista, approfondisce, sviluppa e interpreta la Realtà. Sempre”. Se tutti ci attenessimo a ciò il giornalismo sarebbe tutt’altro!”







È un esperto di calcio: giovedì alle 20:45 si disputerà Roma - Torino, probabilmente il portiere sardo Salvatore Sirigu, avrà un turno di riposo così tra i pali potremmo vedere Vanja Milinković-Savić ,è d’accordo?

“Sono d’accordo che chi non segue il mister deve essere messo da parte, probabilmente il comportamento di alcuni giocatori della rosa non è del tutto in linea con i valori della società: per esempio il caso di Jacopo Segre che ha mostrato la maglia di Dybala (sorridendo) postato sui social si poteva evitare, come altrettanto si poteva evitare di ridere dopo la settima sconfitta in undici gare che tutti hanno visto a fine partita di Izzo e Sirigu. Ci sono tifosi del Toro che purtroppo vivono questa situazione in maniera particolare. Unica cosa che rimproverò ai tifosi granata e che ancora oggi fanno riferimento al passato e secondo me sbagliano. Questo calcio non è minimamente paragonabile a quello di 70 anni fa. La Storia rimane tale e non può essere tirata fuori ogni giorno”.


Tempo libero?

“Lo dedico alla mia famiglia prima di tutto e quando posso alle lunghe passeggiate di almeno 90 minuti al giorno: mi aiutano a scaricare la tensione lavorativa! Assicuro che c’è"











lunedì 14 dicembre 2020

A tu per tu con Stefano Stefani-Youtuber









Chi è Stefano Stefani ?

Mi presento, sono Stefano Stefani, nato a Sassari nel 1998. Sono cresciuto a Olbia, dove ho fatto le scuole superiori. Mi sono diplomato nel 2017 presso il l’istituto Europa di Sassari, indirizzo linguistico. Conosco l’inglese, un pò di francese e un po' di tedesco. Oggi mi sto per laureare in scienze del turismo culturale, presso la facoltà via Roma, indirizzo scienze umanistiche e sociali. Ho da sempre una grande passione per il calcio, sono uno sfegatato tifoso juventino. Da qualche mese, ho deciso di aprire un canale Youtube in cui faccio analisi post e pre gara, parlo di mercato, tattica in generale, focalizzandomi ovviamente sulla Juve. 


Quando hai iniziato a caricare video su Youtube ? 

Ho iniziato, circa sei mesi fa.








Perché ai giovani piace la figura dello Youtuber ? 

I giovani indubbiamente si rispecchiano nella figura di molti Youtuber. Altri attirano l’attenzione facendo video divertenti come reaction, canzoni etc. Nell’ambito calcistico, lo Youtuber rappresenta il tifoso medio di una determinata squadra. Per tale ragione gli utenti decidono di iscriversi al suo canale.


Come ti vedi tra un anno ?

Tra un anno mi immagino laureato, con un bagaglio di esperienza in ambito Youtube notevole e magari, con qualche iscritto in più.


Cristiano Ronaldo o Lionel Messi ?

Bella domanda ! Beh, in questi casi verrebbe da dire: ciò che lasci prendo io ! Comunque, scherzi a parte, personalmente preferisco Cristiano Ronaldo, per quanto Messi sia tecnicamente superiore al portoghese, secondo me Cristiano ha quella leadership da campione che ti fa vincere i trofei più prestigiosi. Basti pensare al cammino del Portogallo in Euro 2016 ! 








mercoledì 9 dicembre 2020

A tu per tu con Ylenia Moiso








Foto di Andrea Bonaluce



Chi è Ylenia Moiso?

Sono una persona molto complicata ed estremamente semplice al tempo stesso. Vivo perennemente con la testa tra le nuvole. Particolarmente curiosa, contraddittoria, emotiva. Testarda, permalosa, lunatica. Mi definisco tutta cuore. Perché il cuore, lo metto in tutto ciò che faccio. Addirittura nei miei sbagli. Sono da sempre a favore delle donne, vengo da una famiglia che è stata ed è molto amata dalle donne della sua vita. Mia mamma, le mie nonne, mia zia. Quindi mi piace pensare di far parte di quella categoria di donne che aggiusta la corona alle altre donne senza dire che prima era storta


Di che cosa ti occupi? 

Mi occupo di Make up nel settore shooting fotografici, spot pubblicitari, cortometraggi, eventi e wedding.



Foto di Andrea Bonaluce


Quanto sono importanti le conoscenze tecniche nella scelta e nell’utilizzo dei prodotti?


Picasso disse:" Impara le regole come un professionista, così che tu possa infrangerle come un artista". Faccio un lavoro artistico, che amo sin da bambina, essendo nata in una famiglia propensa all'arte. Mio nonno materno creava e intagliava scarpe in cuoio su misura, mia nonna materna ha lasciato il lavoro da insegnante per dedicarsi al lavoro in Facis, impiego che includeva la sua più grande passione, la sartoria. Mia mamma hair stylist, mi ha sempre portata insieme a lei sin da quando ero bambina, trasmettendomi un grande amore per l'estetica, le sfilate e la bellezza. Sin da bambina quando mi chiedevano cosa volessi fare da grande, rispondevo:<<truccare>>. Così dopo gli studi in psicologia, a diciotto anni ho iniziato il mio percorso nel mondo estetico. Divoravo qualsiasi libro o giornale parlasse di make up, hair, moda. Nel 2016 ho iniziato a collaborare con un uomo che ha creduto in me, a cui devo tanto, e a cui ad oggi, voglio molto bene, Maurizio Scaglia, Presidente e fondatore  dell' associazione fotografica Tus. Successivamente mi sono diplomata in una delle accademie migliori di trucco, la MBA academy, con il punteggio più alto, per cui ringrazio la mia insegnante Erika Marin e la direttrice dell'accademia, Daniela Severo. Conoscere la tecnica permette di scegliere se infrangere tutte le tecniche quando vuoi. Questo mi ha permesso di realizzare il mio sogno di lavorare nel make up Beauty, e di avere collaborazione fissa con un fotografo che si occupa di Beauty e che ringrazio per avermi scelta, Alberto Barollo. Non è un lavoro tecnico, quindi al di là della precisione che per me deve essere la base, un bellissimo trucco, senza i dettagli, senza la precisione e senza alcuni punti cardine di cui sono feticista, per me non è un buon trucco. Poi, l'arte non ha regole. L'arte è libertà. Ma per essere libero di scegliere cosa fare e cosa non fare, se trucchi per lavoro, devi per forza conoscere le basi. Non puoi disegnare su un volto senza prima conoscere le regole della Gioconda. Perché non puoi fare una torta se prima non hai conoscenza degli ingredienti. 



Foto di Andrea Bonaluce


Quanto può essere “fuori dagli schemi “una truccatrice? 

Quanto basta per distinguersi.Quanto basta non per comprendere, ma per emozionare. 


Qualche simpatico o antipatico aneddoto da raccontare?

C'è un aneddoto dolce che porterò sempre nel cuore. Mia mamma, Vittoria Bitondo,  la mattina si truccava, io baby, mi alzavo dal lettino caldo solo per andarla a guardare. Mi sedevo vicino a lei e aspettavo che mi desse, come tutte le mattine, il bacino sulla boccuccia, quel bacino che, colorava poco poco le mie labbra del suo colore, e faceva sentire bella anche me. Quasi quanto lei. 

Ma ricorderò sempre un aneddoto divertente. Ero bambina, avrò avuto sei anni, e mio fratello due. Mamma ci preparò per uscire e poi si preparò lei. Nel mentre io, ben attenta a non farmi vedere né da papà, né da lei, truccai prima me e poi mio fratello. A cui misi un bel rossetto rosso. ( Chiaramente tutto scontornato).. Più giubbotto e sciarpa. E via. Solo arrivati a destinazione mamma si accorse di come eravamo conciati, io e quel poverino di mio fratello, sopratutto. Ride ancora adesso quando lo racconta. 



Foto di Andrea Bonaluce




Tempo libero?


Passo tutto il tempo libero che ho con le persone che amo. Mio marito, Andrea Bonaluce, che ringrazio perché è sempre con me, insieme anche sul lavoro, perché oltre ad avere insieme un negozio, lui fa il videomaker, quindi spesso i nostri lavori si incrociano. Ma quando non è così, lui viene sempre con me, e viceversa io con lui. Passo molto tempo con tutta la mia famiglia, a cui sono legatissima e che è la mia vita. Sono una da maxi cene e maxi pranzi in famiglia, dove non si smette un attimo di parlare. Amo leggere, amo scrivere. Amo il cinema. Aiuto le mie amiche a migliorare la loro immagine. Perché il Make up non è solo lavoro, ma prima di tutto per me è, e sempre sarà.. passione. 

lunedì 7 dicembre 2020

A tu per tu con Paola Messina

 


Chi è Paola Messina? 

Sono una persona che ama e studia da molti anni crescita personale e che crede realmente nel valore che ogni essere umano ha.

Laureata in Scienze Motorie, sono docente in una scuola media nella provincia di Torino. Ho anche conseguito il Diploma da Educatore Professionale che mi ha permesso di lavorare per 14 anni come educatrice nel disagio giovanile, nel campo delle disabilità mentale e delle malattie psichiatriche.  Da qualche mese sono diventata anche Life Coach Professionista (iscritta all'Associazione Coaching Italia).

Nella mia lunga esperienza di vita (ho 58 anni), avendo avuto la possibilità di lavorare a contatto con le persone, ho avuto la fortuna di studiare e di comprendere sempre di più l'essenza umana, cosa che mi permette ad oggi di continuare ad aiutare molte persone nella ricerca della propria strada, del proprio futuro o nella soluzione di momenti difficili o particolari della loro vita.

Ho intrapreso da anni un lungo percorso di crescita personale, seguendo mentori molto importanti e famosi del settore: questo mi ha permesso di conoscermi più a fondo, di aprire la mente e di scoprire aspetti di me che erano sopiti o a cui non davo molta importanza, scoprendo invece quanto fossero parti importanti del mio essere e quanto averne la consapevolezza fosse fondamentale per vivere la mia vita sempre di più a contatto con me stessa. Questo mi ha permesso di migliorare e di crescere sempre costantemente sia in campo lavorativo che negli affetti personali. 

Di che cosa si occupa?

A scuola, oltre all'insegnamento, mi occupo di Orientamento alla scuola superiore e cerco di aiutare gli alunni in questa, per loro, difficile scelta. Svolgo anche l'attività di Life Coach con l'obiettivo di sostenere le persone nella spesso non facile ricerca della proprie potenzialità, per poi applicarle ed utilizzarle al meglio nella loro vita.


Perché ha scritto il libro "Crea il tuo futuro"?

Il mio obiettivo è stato quello di voler dare ai giovani uno strumento, sia pratico che teorico, che potesse aiutarli a comprendere alcuni meccanismi fondamentali del nostro essere e della nostra psiche, affinché possano da subito iniziare un percorso di conoscenza di sé e delle proprie potenzialità utili a porre le basi per una vita consapevole e responsabile, camminando verso ciò che desiderano di più.

Gli argomenti che affronto sono: autostima e autoefficacia, cosa sono e a cosa servono; mindset e convinzioni limitanti e potenzianti, come possono influire sul nostro modo di pensare e di agire; paura di sbagliare e di fallire, l'importanza di vedere gli errori e i fallimenti non come momenti di disperazione ma come occasioni per analizzare gli errori commessi e per scoprire in essi nuove opportunità e nuovi orizzonti. Parlo dell'importanza di conoscere e di vivere nella pienezza di se stessi e di quanto sia importante scoprire le proprie qualità e potenzialità, in modo da utilizzare nella vita tutto ciò che ci caratterizza e che fa di noi persone capaci di affrontare un lavoro piuttosto che un altro e di vivere relazioni soddisfacenti. 

Parlo dell'importanza di pianificare il proprio percorso di vita per non rimanere in balia degli eventi o di coloro che ci stanno intorno e che vogliono decidere per noi, in quanto questo non consentirà di raggiungere i propri sogni. Parlo anche dell'importanza del nutrimento della nostra mente attraverso le letture, lo studio e le sane compagnie in modo da emergere dalla mediocrità e diventare persone forti e consapevoli del proprio valore, esprimendolo costantemente e concretamente nella propria vita. 

Ho scritto questo libro perché solitamente questi argomenti si affrontano da adulti e spesso lo si fa quando si arriva ad aver bisogno di fare un passo indietro e di capire dove si è arrivati e magari si è già troppo avanti con gli anni. Vorrei trasmettere ai giovani l'importanza di cominciare da subito a vivere assumendosi pienamente le proprie responsabilità, cercando di capire la strada più giusta da percorrere per arrivare dove più desiderano, per decidere quali sogni e quali obiettivi perseguire, affinché prendano da subito le redini della propria vita senza lasciare che sia la vita stessa a condurli dove lei vuole o, peggio ancora, dove vogliono le persone con cui hanno a che fare, per non aspettare che sia troppo tardi e rimpiangere, quindi, una vita vissuta male.

Con questo libro ho voluto parlare di tematiche molto importanti e complesse cercando di renderle un po' più semplici e fruibili dai giovani, arricchendo gli argomenti con pagine di esercizi per concretizzare i contenuti e per poterne fare esperienza durante la lettura. Questo aiuterà il lettore ad intraprendere un cammino verso la conoscenza di sé, che è il punto di partenza per creare una base sicura su cui poggiare il proprio futuro.


Altre vocazioni?

Ho trascorso molti anni della mia vita chiedendomi quale fosse la mia vera strada, la mia vera vocazione e, ripercorrendo il cammino fatto fino ad oggi, ho molto chiaro che la mia vocazione è proprio quella di aiutare le persone a conoscere se stesse e ad affiancarle nella ricerca e nella costruzione del percorso di vita pensandola e progettandola partendo da se stessi quale base sicura su cui costruire ciò che darà piena soddisfazione.  L'ho fatto sin da giovane come istruttrice di molti sport, l'ho fatto come educatrice e lo sto facendo ancora sia come insegnante che come Coach. Tutto questo mi permette di utilizzare le mie potenzialità e le mie doti dandomi la soddisfazione di essere utile agli altri.






domenica 6 dicembre 2020

A tu per tu con Guido Barosio





Guido Barosio - giornalista, scrittore, travel writer, speaker - è direttore responsabile di Torino Magazine, Il Piemonte e il Mondo di Pannunzio. Nella sua attività dirige anche progetti di formazione, come il Corso di Comunicazione Scientifica e il Master Mario Soldati in Comunicazione Scientifica ed Enogastronomica. Come travel writer ha visitato oltre 150 destinazioni realizzando più di 200 reportage. Nel 2017 ha vinto il Premio Stampa Israele, nel 2019 il Premio Città di Parigi e nel 2020 il Premio Bronzi di Riace. Come autore ha pubblicato sette libri con numerose coedizioni internazionali.

Cosa l'ha spinta ad intraprendere la carriera di scrittore?


In realtà si è trattato di un passaggio naturale. Come giornalista ho sempre scritto moltissimo, ed è il mio naturale modo di esprimermi. Nel tempo mi sono sempre occupato di viaggi e molti anni fa - era il 1997 - mi venne proposto un libro sul Marocco. Quello fu il primo. Venne pubblicato per White Star, con molte coedizioni straniere, una anche per National Geographic. Ancora oggi è il libro italiano più venduto su quella destinazione. Dopo tanti altri, come 'L'Europa vista dal cielo' e l'ultimo 'Tutto il Grande Torino minuto per minuto', scritto lo scorso anno. Amo la scrittura 'lunga', che mi permette di esplorare i temi con calma, dando profondità ai luoghi, ai personaggi e alle situazioni. L'anno prossimo uscirà il mio primo romanzo, ma per ora preferisco non parlarne. Sarà una sorpresa per tutti.


Dove trova l’ispirazione adatta per scrivere?


Io scrivo a casa nel silenzio assoluto, in mezzo ai miei libri, circondato dalle cose che amo. L'unica presenza che accetto è quella dei miei gatti. Uno dei due, Asado, vive in simbiosi con me. Si accoccola vicino al computer e non mi lascia fino a quando smetto. Adoro scrivere di notte, quando non ho altri  impegni e anche il telefono tace. Amo dire che i miei libri sono nati senza aver mai visto la luce del giorno.






Quale messaggio vuole lanciare con il libro “Social Media rischi e opportunità per professionisti e imprese ?”


Tutti oggi parliamo di social media e tutti li usiamo. Ma non sempre conosciamo 'le regole del gioco'. Io e Raffaella Cenni, che ha scritto il libro con me, abbiamo provato a spiegare che cosa si deve fare,qual è l'approccio corretto, quali risultati possiamo ottenere e quali sono i rischi da evitare. I social media non rappresentano un semplice passatempo, ma possono condizionare la nostra vita privata e la nostra professione, in modo positivo, ma anche negativamente. Io amo dire che coi social 'tutti noi siamo un media': possiamo intervenire commentando gli altri, giudicando i personaggi della cronaca e della politica, raccontando la nostra vita. Ci tengo a precisare che il libro non è un manuale tecnico, non è un tutorial per imparare ad usare Facebook o Twitter. Il testo spiega che cosa stiamo facendo e ci aiuta a farlo meglio. Questo è un libro che fa pensare.


Pensa che sia il romanzo migliore che ha prodotto finora?


E' un libro che mi piace, ma non posso dire che sia il migliore. Ogni mio libro è diverso dall'altro e tra di loro non si possono paragonare. Poi il lettore ha sempre l'ultima parola. Io posso sperare che il mio libro migliore sia sempre il prossimo.



Come direttore di  “TorinoMagazine ”qual è stata l’intervista più impegnativa?


In ogni intervista il mio compito è quello di far emergere il personaggio. Detesto coloro che in realtà intervistano se stessi, sapendo già dove vogliono arrivare. Tra le mie tante interviste ricordo come particolarmente impegnativa quella con Paolo Conte. Lui ne concede pochissime e, a prima vista, appare burbero, riservato, non sorride mai. In quel caso è stato fondamentale conquistare la sua fiducia, facendo le domande giuste, lasciandolo parlare. Così siamo stati insieme tre ore. Ma dopo ho avuto 'il mio' Paolo Conte, un artista che si è confidato, offrendomi spunti intimi che in altre interviste non appaiono.







sabato 5 dicembre 2020

Juventus -Torino FC 1906: 2-1 replay continuo, i bianconeri rimontano negli ultimi minuti di gioco.

 

Foto di Francesco Mariello

Formazioni Ufficiali:

JUVENTUS (4-4-2): Szczesny; Cuadrado, De Ligt, Bonucci, Danilo; Kulusevski, Bentancur, Rabiot, Bernardeschi; Dybala, Ronaldo. All. Pirlo
 
TORINO (3-5-2): Sirigu; Nkoulou, Lyanco, R. Rodriguez; Singo, Meité, Rincon, Linetty, Ansaldi; Zaza, Belotti. All. Giampaolo

Arbitro: Orsato
Assistenti: Carbone e Giallatini
IV uomo: Di Bello
Var: Mazzoleni




Foto di Francesco Mariello




Marcatori : 9' Nkoulou (T), 77' McKennie (J), 88' Bonucci (J)

Ammoniti: Kulusevski (J), Lyanco (T), de Ligt (J), Lukic (T), Bonazzoli (T), Cuadrado (J)

Espulsi : Pinsoglio (J)

Classifica: Juventus 20 punti (-3 dalla capolista Milan che sfiderà la Sampdoria)

Torino FC 6 punti terzultima posizione.


L' allenatore della Juventus Andrea Pirlo vince il suo primo Derby con la rimonta al 77' e 88' del secondo tempo con Mc Kennie che di testa batte Salvatore Sirigu e Leonardo Bonucci con il cross dalla destra di Cuadrado. Esordio amaro  per il mister  del Torino FC Marco Giampaolo che vede sfumare la vittoria per gravi errori commessi dalla difesa.


venerdì 4 dicembre 2020

A tu per tu con Gianluca Treccarichi


 

Chi è Gianluca Treccarichi?

Sono nato a Venaria Reale in provincia di Torino il 03 Ottobre 1984, ho conseguito la laurea triennale in Scienze Politiche presso l’università di Torino nel 2009 e nel marzo del 2013 ho conseguito la laurea magistrale in Scienze del governo e dell’amministrazione. Da quattordici anni esercito la professione di Agente di Polizia Locale.

Di che cosa si occupa?

Mi occupo anche di  politica. E' una passione che curo da molto tempo, infatti, nell'anno 2014 nel  mese di aprile sono stato eletto Consigliere Comunale dal Partito Democratico. Nel 2019 a maggio, il Sindaco Francesco Casciano di Collegno, mi ha nominato  Assessore alla qualità della Città.



Perchè ha creato l' evento live su facebook per "autori emergenti a KMO"? Qual è l'obiettivo?

 " Autori Emergenti a KM0"è un' iniziativa nata durante il lockdown di marzo, in cui autori emergenti hanno avuto la possibilità di presentare i loro libri. Avevamo cominciato a metterlo in pratica  in modo informale davanti a un buon caffè al bar. Non si è più potuto farlo in presenza così ho organizzato un evento live sulla pagina di facebook dal tema "auto realizzazione personale" con Luisella Urietti, Savino Spione e Paola Messina.

Passioni nel tempo libero?

Di passioni ne ho diverse. In generale mi piace praticare sport e  nel tempo libero che ho a disposizione adoro leggere. In questo periodo sto ultimando un secondo master in  mobilità sostenibile.