martedì 29 ottobre 2019

A tu per tu con Gianpiero Perone







La “paura fa 50”, perché questo titolo?

Il mio nuovo spettacolo che debutterà il 15 Novembre al Teatro Q77 di Corso Brescia 77 a Torino si intitola così perché, ahimè, ho scavallato la mitica età di mezzo e di anni ne ho compiuti 51! E’ una riflessione sul tempo che passa, sui tempi che cambiano, su come si possa cercare di stare al passo con tutto ciò che accade: dai figli alla tecnologia, dalla forma fisica ai nuovi gusti e alle nuove mode. E’ uno spettacolo che ha naturalmente un’anima comica ma che spero possa anche emozionare in determinati momenti.


I protagonisti dello show sono professionisti del mestiere?


In scena ci sarò solo io (con un paio di sorprese) e in questa occasione presenterò anche il mio ultimo libro di racconti e il mio nuovo cd che si intitola Nascosto nel vento.
12 racconti e 12 canzoni dopo l’uscita di Sottovoce che ha ormai tre anni.


Lo spettacolo toccherà altre “piazze”o “città”  italiane?

Per il momento mi sto concentrando sul debutto torinese. Naturalmente l’intenzione poi è quella di far girare lo spettacolo più possibile in tutte le piazze di Italia.




Qualche aneddoto divertente che è accaduto durante le prove?




Per il momento sono in fase di memoria. Studio, scrivo, correggo e ripeto.
Diciamo che ci sarà tutto il tempo da qui al 15 di Novembre perché succeda di tutto ma questo è anche il bello del nostro lavoro, trasformare gli imprevisti in occasioni di risata e divertimento.




giovedì 24 ottobre 2019

A tu per tu con Elena Rossin


Laureata in Lingue Straniere, iscritta all’Albo dell’Ordine dei Giornalisti Piemonte elenco Professionisti lavora per la testata giornalistica Torinogranata.it

Chi è e cosa fa il giornalista sportivo?
Il giornalista sportivo è a tutti gli effetti un giornalista come quello di cronaca o politica, io personalmente lo sono di calcio.

Come è cambiata in questi ultimi anni la professione? 
È una professione peggiorata: chiunque abbia un po' di dimestichezza con i social può disquisire. Diventa difficile capire chi c'è dietro a un giudizio e a un commento, poiché le notizie sono veloci. Facile scivolare nelle fake news. Senza dimenticare i contratti, che vengono tagliati con molta più facilità. C’è anche la difficoltà nell'avere il contatto diretto con i protagonisti, calciatori, mister, dirigenti o seguire allenamenti. Ormai va di moda il "porte chiuse" perché sempre più spesso il giornalista è visto come "nemico”.

Raccontaci un personaggio del mondo dello sport che hai intervistato con piacere. E uno,invece,che avresti preferito non dover intervistare... 
Parto dalla seconda domanda. Chiunque si debba intervistare nel bene e nel male è una fortuna. Mi piacciono quelle persone che rispondono in maniera motivata ed effettiva, non chi tergiversa.

Un giornalista non fa il tifo per nessuno,ma c’è un atleta per il quale veramente stravedi?
Ognuno di noi a partire dai presidenti, fin da piccoli tifa altre squadre: un esempio Squinzi, il patron del Sassuolo che era tifoso del Milan. Si può essere tifoso di una squadra ma è giusto farlo sapere: io tifo Toro ma scindo il lavoro dalla passione.

In un ambito storicamente “al maschile” le giornaliste hanno saputo farsi strada alla grande: C’è ancora diffidenza nei confronti delle croniste che scrivono e raccontano lo sport?
Sì è ci sono due ordini : retaggio culturale, cioè se una donna non gioca a calcio non è detto che non capisca si seguono le partite ed si può imparare. E, soprattutto dal punto di vista televisivo, si punta all'aspetto fisico e all'abbigliamento appariscente, a parte forse in Rai. Una donna può parlare di calcio anche se indossa un pantalone e una camicia, ma purtroppo esiste ancora il pregiudizio "è bella  ma non capisce nulla". Mi dispiace che le donne lo accettino.

Quale consiglio ti senti di dare alle giovani donne che vogliono intraprendere questa carriera?
Di essere professionali devi fare delle tue capacità il tuo lavoro.Essere onesto con il lettore ,visitatore,telespettatore per come i fatti vengono trasmessi perché basta una frase contestualizzata male e dici il falso.


Dèsirèe Fadda

venerdì 18 ottobre 2019

A tu per tu con Roberto Gerardi “in arte Roger”






Come si crea una base musicale?


Come tutti i processi creativi non esiste un’unica via ma diciamo che ci sono dei sentieri comuni. Prima di tutto bisogna sentirsi dentro quale tipo di stile ed emotività vogliamo dare alla nostra musica. Una volta scelta la direzione io cerco sempre di ascoltare quello che è stato già prodotto, per imparare dai ‘’ grandi’’.
Dopo aver assimilato bene l’atmosfera del brano che voglio creare, parto sempre dall’idea dello strumento principale che nel mio caso è voce su chitarra oppure il pianoforte. Una volta registrata la linea principale creo attorno tutto il sound, cominciando dalla linea ritmica della batteria, seguita dal basso e da suoni che valorizzano l’idea principale.

Come si allena “l’orecchio” alla musica?

Ascoltando tanta ma tanta musica ogni giorno. Scrivendo e suonando tanto e cercando di restare sempre in connessione con quello che muove la nostra passione musicale.
Ogni cosa si sviluppa con il quotidiano tempo che dedichiamo a quello che ci piace. Ovviamente il grado di miglioramento è individuale ma l’attitudine interiore, la spinta, fanno la differenza.

Quali sono le tue ambizioni?

Il mio sogno principale è quello di scrivere per grandi interpreti della musica italiana, oltre che avere un progetto cantautorale sempre più attivo, con un pubblico e un calendario di date nel tempo.
Scrivo da quando ho 15 anni e non ho mai smesso.
Quest’anno ho deciso che pubblicherò diverse canzoni cosi come sono nate, nell’intimità del mio spazio creativo. Voglio portare uno spettacolo dal vivo che può adattarsi a qualsiasi contesto: locali, teatri ma ancora di più abitazioni, cortili e perché no tutti quei luoghi dove c’è umanità ed aggregazione. Il nome del progetto è “la cura del suono’’ e porta un pò il focus sulla grande utilità terapeutica che le canzoni hanno spesso sulle nostre vite.

Un episodio positivo è uno negativo che ricordi particolarmente?


Uno degli episodi che ricordo con il sorriso è quando ho cantato su Rai uno per il premio Mogol. In quel frangente credevo di farmela sotto e invece ricordo che fui talmente a mio agio che Mara Maionchi, ospite della trasmissione, si avvicino dopo la puntata e mi disse che ero forte.
Non amo molto catalogare gli episodi come negativi o positivi perché questa è un pò la mia sfida di tutti i giorni, cercare di non oscillare tra il bene e il male.
Posso però dirti che anni fa andai molto vicino a dare un brano per un noto cantante Pop italiano, tuttavia poi non si concretizzò la situazione e restai un pò con l’amaro in bocca.

Roberto Gerardi alias “in arte Roger”...sono diversi?

 RoGer è un pò il nome con cui tante persone mi hanno sempre chiamato per abbreviare il mio nome e cognome, cosi ho deciso di usarlo per la mia musica.
Diciamo che se Roberto Gerardi è anche l’uomo nella vita di tutti i giorni, RoGer è la sua parte suonatrice e sognante che ama esprimersi attraverso la creatività e la musica.

mercoledì 16 ottobre 2019

A tu per tu con Barbara Morris





















Presentatrice TV, speaker e modella: Quale ruolo ha la moda nella tua vita professionale?

Nella mia vita professionale la moda ha un ruolo fondamentale, poichè nasco modella e per 15 anni ho lavorato come indossatrice. E' stato per me il trampolino di lancio per lavorare nel mondo dello spettacolo.
Attualmente conduco la trasmissione Moda & Salute, dove mi occupo quotidianamente di moda ne seguo i dettami e oramai è diventato un gioco, è fondamentale seguire  le mode di abbigliamento ma anche di stili della vita per poter riportarli in tv ed essere sempre al passo con i tempi.

A quale tipo di icona femminile ti sei ispirata per intraprendere la carriera nel mondo dello spettacolo?
L' icona per eccellenza per me è  Raffaella Carrà, una presentatrice ballerina cantante ecclettica un vero mostro sacro della televisione  italiana  e quando ero piccola guardavo qualunque cosa  contenesse l' immagine di lei, ma poi  col passare del tempo devo dire che una Simona Ventura  mi ha dato la carica per poter imparare  e condurre in maniera decisa e professionale e ci accomuna la città di Chivasso.

Progetti in corso?
I progetti attualmente sono tanti: continua Moda & Salute su Grp con grande successo, siamo partiti molto bene e credo che il proseguo sarà sempre più al top. A gennaio si ricomincia con Summer Time Tv, talent canoro che conduco con Stefano Capano su Studio Live TV. Intanto lavoro alla seconda parte di Torino Criminale dove sono stata protagonista in Blood Revenge e ho un altro film in programma che però non posso svelare. Infine  c'è in cantiere anche un nuovo programma sulle grandi reti a dicembre: siamo quasi in dirittura di arrivo per nuove proposte e mi auguro a gennaio di ricominciare con la radio, dove si è in trattativa, ed è un amore mai sopito.

Tre aggettivi per descriverti...

Sicuramente gli aggettivi che mi descrivono meglio sono: determinata, testarda e  generosa.






A tu per tu con Federico Fede Fella



Chi è Federico Fede Fella?
E' un personaggio ambiguo molto simpatico tanto sicuro di se stesso quanto il contrario, lunatico fuori da tutti gli schemi possibili, se si tratta di lavoro, mentre per quanto riguarda la vita privata  sono un super papà e vivo per mio figlio. Trascorro la maggior parte del tempo con lui e spesso viene agli eventi "ama intrattenere " forse è un qualcosa che si ha nel sangue" la cosa che amo di più della giornata? Sentirmi chiamare  papà da una vocina piccola.

Quando e come hai iniziato a fare questo lavoro?
Al matrimonio di mia mamma  ho fatto togliere "l'intrattenitore" pagato  e ho  diretto la cerimonia per due ore con il Karaoke cosa che adoro.In realtà arrivo dalle piazze, intrattenendo eventi automobilistici, feste. Il caso vuole che  abbia rincontrato dopo anni  un vecchio amico di cui non faccio il nome  ma che è un artista formidabile. Lo definiamo W  e mi ha aiutato a livello professionale a "parlare" con le persone  mi ha dato le classiche dritte e alla fine ho provato. Ho iniziato da una radio streaming  a cui avevo dato il nome " radio raduning" è la portavo in giro insieme ad un gruppo fantastico. Uno di loro si chiama Djsymoz. Premetto, io sono una "voce" che prova a farsi volere bene  dietro ad un microfono, tutti i sabati lavoro a Radio Antenna 1 dove conduco Aperidance  tutti i sabati dalle 17 alle 20, programma disco - commerciale  abbastanza ritmato e divertente dove presenziano ospiti e persone con le quali parliamo. Ovviamente su 104.7 che oramai è diventato  il mio marchio ufficiale. Nei week end faccio il vocalist nei locali.

Cosa significa per te  lavorare come speaker?
Significa  arrivare alle persone nella maniera più naturale possibile, trasmettere qualcosa a chi ti ascolta allegria, divertimento, spensieratezza ed energia positiva.Un mezzo di comunicazione deve essere usato con testa, quindi è una responsabilità. Detto ciò abbiamo degli ascoltatori  che hanno anche delle disabilità  e il sabato ci chiamano in radio e ci salutano. Ti ho detto tutto questo  perchè il nostro tunz  tunz arriva  a tutti anche a chi magari non può ballare da in piedi  lo si fa da seduto, insomma fa piacere arrivare al popolo a tutti coloro che ascoltano  ed ripeto sempre W  mi dice sempre " pensate sempre che c'è qualcuno che vi ascolta  pochi o tanti , e immaginate di essere dall' altra parte , solo cos' avrete la situazione più chiara. Ringrazio sempre  Carla Canapè che mi aiuta  in tutto è mi sostiene  credendo in ciò che faccio è un po come la sorella che mi guida.

Hobbies e Passioni?
Sei dura di testa! Te le ho già elencate, sono senza regole,amo le macchine, ne ho una molto particolare colleziono i trolls  quegli omini con il naso lungo norvegesi  e i capelli tipo i miei alla scusa cosa hai in testa?

Come ti vedi tra 10 anni?
Mi vedo sempre tamarro in mezzo alla gente a farli ballare e divertire e soprattutto mi vedo un super papà attento.