mercoledì 16 dicembre 2020

A tu per tu con Antonio Chiera









Quando si è avvicinato allo sport e al giornalismo?

“Ho praticato lo sport fin da piccolo, ho iniziato con il calcio, poi con il ciclismo, il tennis ed ora mi sto dedicando sempre piu al running; poi piano piano ho iniziato prima a fare l’arbitro di calcio arrivando a dirigere gare fino alla serie D, poi come direttore di gara nel ciclismo a livello nazionale, all’attivo ho oltre 15 giri d’Italia, mentre nel tennis solo a livello regionale; Poi è arrivato il giornalismo. Mi sono sempre occupato di cronaca, inchieste e rubriche, solo successivamente ho iniziato a scrivere anche di sport”.


Come si diventa un giornalista famoso?

“Famoso è una parola che non mi appartiene e neppure mia ho pensato minimamente di diventare uno famoso, diciamo che oltre 20 anni di attività qualcosa di buono ho fatto a livello professionale. Alla fine a me interessa portare il servizio al giornale (Voce Pinerolese e Corriere della Sera) e per ora pare che ci sia sempre riuscito”.






Attualmente come sta il “giornalismo italiano” detto da un giornalista sportivo italiano?

“Diciamo che la carta stampata non se la passa tanto bene, il giornalismo a mio modo di vedere se lo fai raccontando la verità, senza alterare nulla, essere obiettivi alla fine i risultati arrivano. Come tanti colleghi, ogni anno come ben sa, siamo impiegati nei corsi formativi e tra i tanti ne ho fatto uno molti anni fa cui il docente era ENZO BIAGI un grande in questa professione, e lui mi disse: “E’ nella emergenza che si nota la funzionalità”; Quella frase la feci mia e da allora è stato sempre così; Prima di scrivere ogni articolo leggo la mia frase:” Un bravo giornalista, approfondisce, sviluppa e interpreta la Realtà. Sempre”. Se tutti ci attenessimo a ciò il giornalismo sarebbe tutt’altro!”







È un esperto di calcio: giovedì alle 20:45 si disputerà Roma - Torino, probabilmente il portiere sardo Salvatore Sirigu, avrà un turno di riposo così tra i pali potremmo vedere Vanja Milinković-Savić ,è d’accordo?

“Sono d’accordo che chi non segue il mister deve essere messo da parte, probabilmente il comportamento di alcuni giocatori della rosa non è del tutto in linea con i valori della società: per esempio il caso di Jacopo Segre che ha mostrato la maglia di Dybala (sorridendo) postato sui social si poteva evitare, come altrettanto si poteva evitare di ridere dopo la settima sconfitta in undici gare che tutti hanno visto a fine partita di Izzo e Sirigu. Ci sono tifosi del Toro che purtroppo vivono questa situazione in maniera particolare. Unica cosa che rimproverò ai tifosi granata e che ancora oggi fanno riferimento al passato e secondo me sbagliano. Questo calcio non è minimamente paragonabile a quello di 70 anni fa. La Storia rimane tale e non può essere tirata fuori ogni giorno”.


Tempo libero?

“Lo dedico alla mia famiglia prima di tutto e quando posso alle lunghe passeggiate di almeno 90 minuti al giorno: mi aiutano a scaricare la tensione lavorativa! Assicuro che c’è"











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