giovedì 30 luglio 2020

A tu per tu con Emanuele Puddu





Nome? Emanuele 

Cognome? Puddu

 La “cosa”in assoluto che ti riesce meglio ? 

Tenere tutto in ordine non dico che sono maniaco dell’ordine o forse si,ma vivere,lavorare o stare in un ambiente ordinato mi fa stare bene.

Un sogno ricorrente?

Ho sognato una persona che è stata importante anni fa. Nel sogno percepivo la sua protezione e presenza.


Una persona che non stimi? Perché? 

Non stimo per niente più che una persona in particolare, in alcune categorie . Non ho stima di coloro che invadono la mia vita se non permetto loro di entrarci. Non stimo coloro che si lamentano continuamente, non stimo i volgari,gli esibizionisti che vogliono essere al centro dell’ attenzione pur di piacere. E poi non stimo chi si prende confidenza o si permette di utilizzare un certo tipo di linguaggio se io per primo non mi esprimo in maniera negativa con loro.

Qual è l’ ultimo libro che hai letto? 
Manuale del guerriero della luce di Paolo Coelho. Mi dà piccoli assaggi di come con piccoli sforzi e ottimismo si possono migliorare comportamenti e atteggiamenti.


Perché lavorare per il programma tv “Forum”di rete 4 invece che per “Uomini & Donne”?

Lavoro a Forum dal 2008 dove iniziai o cercai di fare l’ opinionista per poi approdare in redazione. Diciamo che 12 anni a Forum mi hanno formato sotto tutti gli aspetti.Chissà se avessi fatto il corteggiatore o il tronista come sarei ora o  cosa farei...non riesco ad immaginarlo..ahaha

martedì 28 luglio 2020

A tu per tu con Giorgia Calandriello







In che cosa consiste la tecnologia “Feel Safe”? 


Feel Safe è una entrata di sicurezza con 2 step + 1: grazie ad un termoscanner rileviamo che la temperatura corporea non superi i 37,5 e che la mascherina sia posizionata in modo corretto, solo se questi due parametri sono nella norma, si apre il tornello per accedere al terzo step, in cui, posizionandosi sopra un tappetino che igienizza le suole delle scarpe, vaporizziamo su vestiti e parti esposte del corpo una nuvola di prodotto sanificante, completamente atossico ed inodore. Il tutto avviene in modo rapido ed automatico, velocizzando i passaggi rispetto ad un controllo manuale e, soprattutto, massimizzando la protezione personale. In pratica è una tecnologia che aiuta ad avere rapporti sociali più sicuri e sereni. 

L’introduzione del “ Feel Safe “ha portato una modernizzazione di qualità nel calcio? 
Feel Safe risponde ad una chiara e precisa esigenza: ritornare a vedere le partite in sicurezza. Si è fatto un gran parlare in Europa della possibilità di introdurre tunnel simili in occasione della gare, ma concretamente è stata una squadra italiana, il Torino F.C., a farsi pioniera dell’operazione, e con una tecnologia tutta italiana. Questo è grande motivo di orgoglio. Credo che il Torino F.C., investendo in Feel Safe, più che “modernizzare” abbia creato un precedente importante per velocizzare la riapertura degli stadi e non solo. La speranza è che il calcio dimostri che in realtà, con i giusti strumenti, “si può fare” e che faccia da traino anche a concerti, eventi, spettacoli e a tutte quelle attività basate sull’assembramento di persone, senza dimenticare gli sport giocati nei palazzetti come il basket o la pallavolo, con cui siamo già in contatto e speriamo di aiutare a ripartire.

Come è giunta al Torino Football Club ? 

La mia azienda, WES Worldwide Exhibition System, stava già progettando Feel Safe per uffici e stabilimenti produttivi aziendali, per porti ed aeroporti, per venue fieristiche e in generale per tutti i luoghi pubblici, quando abbiamo iniziato a seguire il dibattito sulla possibile riapertura parziale di stadi e palazzetti dello sport. Abbiamo contattato le società della Serie A, in vista della prossima stagione, ed il Torino F.C. ha accolto con entusiasmo questa proposta, diventando la prima squadra italiana ad utilizzare Feel Safe e facendoci addirittura partire in occasione di Torino-Verona, il 22 luglio scorso, per garantire la sicurezza di giornalisti ed addetti ai lavori. La dirigenza del Torino F.C. si è dimostrata lungimirante e proattiva e sono felice e grata di questa bella collaborazione.






domenica 19 luglio 2020

A tu per tu con Sabrina Gonzatto





Qual è il parterre ideale, per parlare di Gigi Ghirotti?

Il parterre da noi scelto per parlare del Centenario dalla nascita del giornalista e scrittore vicentino è il Polo del ‘900 a Torino. Un luogo prestigioso e al tempo stesso legato alla storia della nostra città. La possibilità di contestualizzare l’evento all’aperto è un must ulteriore per mettere in pratica le indicazioni dettate dall’emergenza  sanitaria: misurazione della temperatura, distanza e mani disinfettate. Prima del lockdown si era pensato di dedicare a Ghirotti uno spettacolo teatrale, abbiamo dovuto rimandare il progetto senza rinunciare ad un incontro dedicato alla sua figura. Questo è il terzo preceduto da altri due: il primo: Da Gigi Ghirotti alla Carta di Torino 2019; il secondo: Cronisti nel Tunnel della malattia svoltosi a gennaio 2020; oggi il nostro, nel  ricordare Ghirotti parliamo della comunicazione ai tempi del Coronavirus. Parterre ideale in realtà è rappresentato dalla scuola, dal giornalismo e dal mondo medico. 

È in progetto un romanzo scritto da lei, su Gigi Ghirotti ?

Bella domanda. Chi scrive è sempre alla ricerca di un’idea, un’ispirazione, un soggetto. Sono passati nove anni dal mio ultimo libro, nonostante mi sia dedicata a testi teatrali o a racconti brevi. La mia vocina interiore mi suggerisce che forse è arrivato il momento di pensare ad un nuovo romanzo. Vede, da quando Alberto Sinigaglia, presidente dell’ODG Piemonte, ha coinvolto Giulio Graglia e me in questa avventura Ghirottiana, ho conosciuto delle persone uniche che sono anche fonte di ispirazione. Non è un caso.  Ma ci saranno altre occasioni per ampliare questo tema. 

Che cosa lega Ghirotti al Festival Nazionale Luigi Pirandello?

Ringrazio Il Festival che mi dato la possibilità di curare questo appuntamento che rientra negli argomenti già affrontati in passato e che riguardano i protagonisti del ‘900. Pirandello ne L’uomo dal fiore in bocca, ci parla di epitelioma, un carcinoma maligno di cui è affetto il protagonista. Un dramma unico che mette in evidenza il relativismo della realtà e l’incomunicabilità e la solitudine tra gli uomini. Gigi Ghirotti muore a causa del morbo di Hodgkin da lui soprannominato il ‘Signor Hodgkin’. Ci troviamo di fronte allo stesso tema anche se affrontato da punti di vista diversi: Pirandello ironico ma pessimista condanna l’impotenza dell’uomo nei confronti della morte; Ghirotti ironico ma più possibilista fornisce una soluzione all’ineluttabilità dell’esistenza umana: non abbandonare le persone a se stesse. Questo il suo monito da tramandare a tutti: “quello che importa, sia durante la vita, sia di fronte alla morte, è non sentirsi abbandonati e soli”. 

A tu per tu con Natalia Ferrazza





Come è venuta a conoscenza di Gigi Ghirotti?
“ Questa mattina ho potuto partecipare a un convegno realmente innovativo che mi ha fatto vivere momenti di profonda emozione capaci di ridestare fiducia nel proprio lavoro e nel futuro affidato a giovani quali quelli che ho avuto modo di ascoltare e apprezzare oggi. Alcune classi delle scuole superiori hanno riletto i suoi testi, hanno prodotto intorno alle sue parole di denuncia della situazione in cui versava allora l'organizzazione ospedaliera e dei ritardi nel superamento di un atteggiamento paternalistico dei medici poco aperto alla comunicazione con i pazienti e a una sincera informazione filmati e scene teatrali a cui abbiamo potuto assistere nel corso della mattinata, hanno sottolineato le differenze tra la situazione di allora e l'attuale, anche approfondendo la conoscenza del modello organizzativo della rete oncologica.” 
Queste le parole del prof. Bertetto sul lavoro svolto dai ragazzi sugli scritti di Gigi Ghirotti.
Ma incominciamo dal mio incontro con Gigi Ghirotti avvenuto la scorsa estate, era il 19 agosto… me lo ha presentato la dott.ssa Masseria dell’ASL Città di Torino e giornalista della Rete Oncologica, proponendomi di organizzare un convegno a cui avrebbero partecipato medici, giornalisti e studenti: portare nelle scuole il messaggio di Gigi Ghirotti di malato, uomo e giornalista.
L’ideasi inserisce in un lavoro iniziato l’anno precedente con la 4N indirizzo socio-sanitario dell’Istituto Boselli, ne diventa la continuazione, poi diviene progetto proposto ed accolto con favore in altre classi di alcuni istituti di istruzione superiore di Torinocosì per contribuire all’educazione di cittadini consapevoli: tutti alla Scuola di Gigi Ghirotti! E tutti il 10 dicembre 2019, con un grande esercizio di cittadinanza, a restituire  al pubblico presente nel salone del Palazzo dell’Arsenale, quei valori attuali di cui Gigi Ghirotti è ancora Maestro, non solo per i nostri giovani. 

Come è stata l’esperienza con i suoi allievi?
Chissà se i “veri valori” si possono insegnare o imparare a scuola. (Gigi Ghirotti, Ragazzi all’ospedale)
Pratico e considero il mio tempo da insegnante come tempo di apprendimento, tempo dell’essere e dell’imparare ad essere, in relazione con gli altri, si impara facendo.
Da sempre, mi preparo al primo giorno di scuola, scegliendo una lettura attraverso cui incontrare gli studenti: quest’anno mi ha accompagnata Gigi Ghirotti, con il suo articolo Ragazzi all’ospedale. Ho iniziato da quelle parole che parlano di Valori perché, l’anno precedentecon quella stessa classe, avevo progettato, in collaborazione con il dott.
Porrovecchio, tutor esterno in qualità di referente ASL TO5 della Bussola dei Valori della Rete Oncologica Piemonte e Valle d’Aosta, il percorso “ilValore della Cura”. 
Quest’anno il mio tempo scuola, la mia attività didattica si è ridefinita nel  Service Learning, proposta pedagogica conosciuta grazie alla mia  nuova Dirigente Scolastica, Adriana Ciaravella. E’ un percorso di apprendimento che unisce il Service (la cittadinanza, le azioni solidali e il volontariato) e il Learning (un apprendimento significativo); si tratta di un approccio educativo che combina l’apprendimento delle discipline del curricolo scolastico con un servizio reale alla comunità locale. Ecco ciò che può fare la scuola...
Così il seme fecondo del lavoro svolto lo scorso anno è divenuto albero grazie all’incontro con Gigi Ghirotti che ha permesso di confrontare le realtà sociali e sanitarie degli anni ‘70, prima della riforma del Sistema Sanitario Nazionale, con quella tracciata dai punti cardinali della Bussola dei Valori.  Grazie al Service Learnig, che a Gigi Ghirotti sarebbe piaciuto molto,  è continuata la formazione ai Valori ed è stata offerta agli studenti la possibilità di essere loro i portatori di quei Valori, (ecco il Service, il servizio alla comunità), fondanti una nuova fase di sviluppo civile (Gigi Ghirotti), in cui la scuola, luogo di formazione e di costruzione di competenze, è divenuta promotrice del Valore della Cura della persona nella sua interezza, specialmente durante il periodo di emergenza. 
In questa esperienza, si è inserita anche una inattesa vicenda personale: la scoperta di avere un tumore e di dover essere operata. In ospedale ho trovato una sanità differente da quella raccontata da Ghirotti; ho scritto in un messaggio di risposta ad una allieva che mi chiedeva notizie: “Qui sto bene, i medici mi dicono che tengo allegro il reparto. E poi, altro che rancio freddo!!! Sono lontani i
tempi di Ghirotti, oggi agnolotti ieri risotto”. 



Quanto è importante per lei Gigi Ghirotti?

E’ stato fondamentale per il divenire di questo particolare anno scolastico. Abbiamo letto e abitato attraverso i Valori, quelli chiesti da Ghirotti come uomo malato e quelli trovati nella Bussola dei Valori, l’esperienza  attraversatnel periodo di chiusura delle scuole. Così alcuni studenti seguendo il valore della solidarietà, hanno svolto attività di volontariato. Così gli scritti di Ghirotti sono stati “portati” all’esame di Stato e rivisitati alla luce del vissuto di questa emergenza. 
Gigi Ghirotti ci ha descritto un’emergenza:  quella sanitaria,  quando denuncia il disagio, la fragilità e l’isolamento del malato, tanto da  concludere il suo ultimo articolo con queste parole Nel crollo preconizzato dei grandi sistemi il primo mattone che frana è quello degli ospedali.  Noi, oltre a dover fronteggiare l’emergenza sanitaria dei pazienti ricoverati in terapia intensiva, in campo scolastico abbiamo vissuto direttamente l’emergenza educativa: il disagio, l’isolamento, la fragilità e  la scarsità di opportunità educative dovute alla difficoltà e ai limiti della didattica a distanza.  
In un altro scritto Ghirotti ribadisce che la scuola, in questo campo, potrebbe fare molto, ma continua a ignorare mali, malati, malattie e strutture e metodi per prevenirle e combatterle: ho contribuito a quel fare... e, guidata dall’etimologia della parolaemergenza, ho provato a far emergere a far affiorare attraverso l’arte maieutica dell’educazione, quel capitale invisibile e quelle risorse che sono dentro di noi. Questo il valore dell’insegnare, questo il valore della cura, come diritto del malato, a fondamento degli scritti di Gigi Ghirotti: Valori che continueranno a vivere negli studenti che hanno conosciuto Gigi Ghirotti; mi scrive Gioiele subito dopo il colloquio dell’esame di Stato: “Grazie prof. seguirò il suo consiglio e porterò i valori della cura a tanti ragazzi bisognosi di scoprire i veri Valori della Cura che lei ci ha trasmesso in questi anni di formazione”. Valori che ci hanno permesso e continuano a permetterci di stare a scuola aprendo lo sguardo, la mente e il cuore.




sabato 18 luglio 2020

A tu per tu con tu per tu con Oscar Giammarinaro





Oscar Giammarinaro, leader e cantante del gruppo musicale  gli  Statuto sarà ospite al Festival Nazionale Luigi Pirandello e del '900 per mentovare il direttore d' orchestra , compositore e pianista italiano Ezio Bosso

Cosa significa il nome del vostro gruppo e come è nato?

 Ci chiamiamo Statuto perché piazza Statuto è il luogo di ritrovo dei Mods a Torino, ormai da 40 anni e noi siamo l'espressione musicale del movimento mod a Torino. Siamo nati e siamo in attività da 37 anni proprio per poter far conoscere lo stile e la cultura mod attraverso la nostra musica.

Siete felici di  esibirvi al Festival Nazionale Luigi Pirandello e del 900 -2020,questo periodo storico particolare ?

Per essere precisi non si esibiranno gli Statuto in questa occasione. Ci sarò io personalmente come ospite a raccontare e ricordare Ezio Bosso che, oltre a essere mio amico fraterno personale, era un mod di piazza Statuto e ha suonato con noi per due anni.

Come vedete il panorama musicale italiano?

 Lo vediamo poco creativo, rigidamente annodato su improbabili suoni "trap" o "rap" che dir si voglia, con qualche rara ma pregevole novità proveniente dal mondo indie. In ogni caso privo di capacità di esprimere le necessità sociali e culturali attraverso le canzoni, come invece capitava con i cantautori negli anni '70 o con i gruppi rock negli anni '80 e '90.

Qual è il vostro segreto?

Non so a quale "segreto" ti riferisci, se è in merito ala nostra longevità ti rispondo che la voglia e l'orgoglio di far sentire la voce dei Mods attraverso la nostra musica è ciò che da sempre ci motiva ad andare aventi, anche nei periodi più difficili e poi ci divertiamo tantissimo.

Ha avuto l’onore di conoscere il grande maestro Ezio Bosso perché,vi univa la passione per il Toro, può contare un aneddoto ?

Con Ezio ci conosciamo da quando venne a studiare in Conservatorio il contrabbasso nella mia classe, lui aveva 13 anni.. ben presto rimase affascinato dallo stile e dalla cultura mod e iniziò a frequentare Piazza Statuto, in seguito divenne il nostro bassista e suonò con noi fino a quando non andò a studiare a Vienna. Da allora siamo sempre rimasti in contatto e ogni qualvolta veniva a Torino veniva in piazza Statuto e spesso partecipava a serate o eventi mod. Siamo sempre stati in contatto fino all'ultimo dei suoi giorni.


lunedì 13 luglio 2020

‘35 mila non è solo un numero. In ricordo delle vittime del CoVid’- Festival Nazionale Luigi Pirandello e del 900.






Un pubblico attento e partecipe ha assistito al Parco della Tesoreria di Torino allo spettacolo “‘35 mila non è solo un numero. In ricordo delle vittime del CoVid’”organizzato dal Festival Nazionale Luigi Pirandello e Evergreen Fest 20.
 Condotto dalla giornalista e scrittrice Sabrina Gonzatto e dal direttore artistico di Evergreen Fest Simone Schinocchia, l’evento ha richiamato anche le istituzioni comunali e il presidente della Circoscrizione 4, intervenuti in forma privata. Interventi live degli attori Antonella Delli Gatti e Bruno Bisogni di Socrem e le note musicali di Didie’ Caira insieme alle testimonianze di Don Luca Pacifico e della dottssa Giulia Superti hanno dato vita ad un momento di grande commozione. 
 La XIV edizione del Festival Pirandello, diretta dal regista Giulio Graglia, vede tra le compagnie ospiti: Tangram con ‘Ho visto Nina volare’ con Bruno Maria Ferraro e Gigi Venegoni; l’Accademia dei Folli con ‘Facciamo Radiodramma’ di e con Carlo Roncaglia, oltre a Tedaca’. 
Il tributo alle vittime del CoVid ha aperto la stagione del Festival che prosegue al Polo del ‘900 con i festeggiamenti per il compleanno della Regione Piemonte 13 luglio 1970; il 20 luglio con un omaggio alla figura del giornalista Gigi Ghirotti nell’anno del suo centenario. Prosegue presso la Mole Antonelliana Museo Nazionale del Cinema debutta ‘Ciak si gira!’ tratto da Luigi Pirandello con Eugenio Allegri per la regia di Giulio Graglia, produzione Linguadoc con replica a Coazze. Informazioni e programma sui social Facebook e Instagram; prenotazione obbligatoria su eventbrite per tutti gli spettacoli. 

 Dèsirèe Fadda

venerdì 10 luglio 2020

Appuntamento con il cinema: i registi Ivan Pascal Sella è Alessandro Campagna presentano “Dear Dad”.




Il 27 Luglio alle 21:30, in occasione del Glocal Film Festival, verrà proiettato al Castello del Valentino di Torino il videoclip ufficiale di "Dear Dad", diretto da Ivan Pascal Sella e Alessandro Campagna.
"Dear Dad" è la storia di un padre di un ragazzo, che si ritrova a combattere tra la vita e la morte, rischiando così di far crollare il mondo di suo figlio.
Una storia toccante raccontata con l'eleganza delle note suonate da Alessandro Campagna.
Per tutti gli appassionati di cinema l’ ingresso è di 6€


lunedì 6 luglio 2020

L’ U. S. D. Barracuda presenta il nuovo Direttore Sportivo del settore giovanile: Alex Farina





Il suo nome è Alex Farina ed è  nato a Moncalieri. Per 12 anni  ha  militato nel Torino Football Club e nel 2002 ho vinto lo scudetto con i “giovanissimi nazionali “allenato da Giacomo FerriConclusa la carriera nelle fila granata,negli anni successivi  ha giocato tra 
l’ Eccellenza  e  la Serie D.

Terminato lo sport, ha intrapreso una vita lavorativa rivestendo il ruolo di mediatore immobiliare, gestendo molte agenzie in franchising,  per poi nel 2015 aprirne una direttamente creata da lui , che si chiama COMPRO CASA.

Raggiunto l ‘ obiettivo lavorativo, torna  ad allenare il Vanchiglia alla corte del Presidente  De Gregorio vincendo  il campionato, sfiorando il titolo provinciale.
Ha affiancato nelle vesti di  vice l’ allenatore Moretta con Cellerino Ettore.

Infine, è  stato contattato dal Direttore Sportivo del Barracuda Oscar Guirao, il quale  ha domandato  di ricoprire il ruolo da D.S. del settore giovanile.
Una  sfida allettante, ho detto subito sì.

 In questo periodo è alla ricerca  di giovani  talenti annata 2006/2005 da inserire nei campionati provinciali di Torino.

Come lavora un D.S.?

Un D.S. è sempre alla ricerca di giocatori, e allenatori preparati, sia a livello umano che sportivo.

In che modo si diventa Direttore Sportivo?Quale percorso bisogna intraprendere?

Dirti come si diventa è semplice: sono stato chiamato da un amico, che al momento è l’ attualmente dirige la  Prima squadra. Per quanto riguarda il percorso da attuare, bisogna essere persone di calcio, e avere una passione  non indifferente. Si è  attivi h 24 .


Quanto influisce l’ opinione altrui nella scelta dei tecnici o giocatori?

 In molti propongo  giocatori ed allenatori ,poi tocca a me  valutare per dare il meglio  alla società ed ai tesserati.