martedì 29 settembre 2020

Milano Fashion Week 2020 : a tu per tu con Fiorenza Ravasio

 


La Fashion Week, conosciuta anche come settimana della moda, si tiene a Milano due volte all' anno. L'evento presenta sfilate di moda con le stagioni  primavera/ estate in settembre ottobre, è autunno/ inverno in febbraio e marzo. Le collezioni mostrate durante le sfilate sono relative alle stagioni successive, e vengono organizzate con largo anticipo in modo da consentire la produzione degli articoli presentati e la loro acquisizione da parte dei negozi.

Iscritta  alla  Camera Nazionale della Moda Italiana da circa sette anni, posa anche per shooting fotografici. Parliamo di Fiorenza Ravasio, di origine italo-francese, sposata e mamma di due meravigliosi figli, Emanuela e  Stefano, di 39 ed 31 anni.

Durante la sua carriera ha vinto numerose fasce importanti: Fascia Regionale 2017 a Soragna di Parma, a seguire cinque a titoli nazionali e tre internazionali (Miss Bellezza, Miss Social e Miss Eleganza) i concorsi (Miss dell'Anno ,Miss Estate,Lady delle Lady) evento curato da Marysol Florentino (organizzatrice della Fashion Web Designer Internazionale della Fashion Week di Milano ).


Quando è nata l’idea di sfilare ? Perché?

Nel 2013  conobbi l'esistenza del concorso di Miss Over, ideato 28 anni fa dal Patron Elio PARI, che dava la possibilità alle donne over di mettersi ancora in gioco. Da lì è partito tutto. 

Calcare le passerelle  è sempre stato il mio sogno fin da ragazzina, ma per problemi economici non ho potuto continuare( sfilavo  occasionalmente per atelier di abiti da sposa). 

In che modo è giunta alla Milano Fashion Week?

 Adoro mettermi in gioco, soprattutto salire su una passerella: mi emoziona e la vivo andando a mille all'ora.

Oltre al “Mondo della Moda”, quali sono le sue passioni?

Sono appassionata di musica latina, amo i balli caraibici  e ascoltare musica di qualsiasi genere;nel tempo libero mi piace fare lunghe camminate all'aria aperta e leggere libri di Fabio Volo.

Gli abiti che indossa durante gli eventi  le vengono regalati?

Gli  abiti che si indossano durante gli eventi  non vengono regalati. Ad esempio,nell'estate nel 2017 ,quando vinsi la Fascia della Lady più Bella, mi venne donato il vestito.

Questi sono gli ideatori di moda,di cui ho indossato  i loro capi alla Fashion Week 2020:Edith Jacob per la mise  da Sposa, Duarte Rose Mary per la collezione Angeli&Demoni, Korn Taylor in tenuta da Sera; e per concludere  Helmer's Milano per gli accessori in pelle di coccodrillo con borse e cinture.

Quali sono le sue  aspettative per il futuro?

Mi piacerebbe lavorare in televisione , magari in spot pubblicitari o alcuni ruoli in  fiction o cortometraggi. Un altro desiderio sarebbe  vincere il concorso di "Miss OVER".Ribadisco, è un sogno nel cassetto!

La partecipazione alla Fashion Week 2020 è stata un'esperienza  indimenticabile, ho condiviso questo momento con piacevoli  modelli/e.

Ringrazio  le coordinatrici Marysol Florentino e Marina  Jane che hanno creduto in me.


domenica 27 settembre 2020

A tu per tu con il Principe di Montenegro Stefan Cernetic

Buona sera, S.A.I.R Principe Stefan di Montenegro e Macedonia. Sono onorata di intervistarLa.

Buona sera, gentilissima Dèsirèe. Risponderò con piacere alle sue domande.

Mi parla della sua Casa Reale e Imperiale?

Ecco, qui si erge una specie di muro. Perché noi sappiamo tutto sulle Case Reali dell' occidente: i Borbone, gli Hohenzollern in Germania, i Wittelsbach in Baviera, i Borbone di Parma, i Savoia, ecc...Purtroppo, quando si parla dell' Europa dell' Est, a parte i Romanov e poche altre Case Reali, c'è una specie di vuoto. In effetti, la cortina di ferro purtroppo esiste anche nella storia .La Casa Imperiale e Reale Cernitic è molto antica: è quella che ha creato e denominato il Montenegro.Peraltro"Montenegro" non è una parola italiana quanto invece di origine veneziana -perchè in italiano si direbbe "Montenero"- ,e per la Serenissima Repubblica di Venezia, che è stata una potenza per varisecoli, Il Montenegro era strategico per la sua posizione sulla costa adriatica.Il Montenegro si è emancipato ed è diventato indipendente nel 2006, dopo le guerre nell' ex Jugoslaviae dopo la conseguente morte di Tito. Quindi un Paese giovane (solo 12 anni di vita), quando ha dovutoha dovuto scegliere una bandiera ha posto su di essa il nostro stemma. In questo stemma si vede un'aquila bicipite d'oro. Perché i Cernetic sono una famiglia antichissima: sono Commeno Paleologo(Angelo Commeno Paleologo) che sono un clan, una vera e propria famiglia imperiale bizantina. I Cernetic erano quindi degli Imperatori bizantini o Imperatori romani (il nome "bizantino" è ottocentesco ed in realtà rappresenta la continuazione dell'impero romano). Queste famiglie - Angelo Commono Paleologo, Laskaris, Cernetic, o anche Castriota Scanderbeg parlando dell'Albania- erano un unico clan,un'unica famiglia pur con cognomi diversi, poichè i cognomi nel Medioevo non esistevano o si usavano molto poco, e quindi si davano dei soprannomi. Questa Famiglia è stata sovrana nel Montenegro; nel 1526 anche in Serbia con lo Zar Ivan Meinad Cernetic, ci cui c'è anche una statua in Vovoitina .Giovanni Cernetic di Serbia è stato il primo Imperatore in Serbia che ha combattuto contro i Turchi e,per questo, è una specie di eroe nazionale. Sono imparentato anche con la casa reale degli Scanderbeg in Albania e, pertanto, mi ritrovo ad essere erede al trono di varie Nazioni come Montenegro , Serbia, Albania ma anche la Bulgaria. Quindi una famiglia molto importante. Personalmente sono molto felice di avere un bimbo maschio piccolo e un altro maschio che nascerà intorno all' 8 dicembre; diciamo che il futuro della nostra famiglia è assicurato perchè anche mio fratello ha un figlio maschio che si chiama Alexander. Vivono a Torino.

La sua attività come Principe?

La mia attività come Principe oggi si divide in due parti: la prima è quella di promuovere la nostra Casa Imperiale e Reale facendola innanzitutto conoscere, perchè il piccolo Montenegro in Europa loconoscono e in pochi sanno anche dove individuarlo. Nel mondo – in Canada , America ,Cina- la gente non l' ha sentito probabilmente nemmeno nominare. Ecco: bisogna fare un po' di promozione per far conoscere il Montenegro. Combinazione, in queste settimane,con le elezioni politiche del 30 agosto scorso, il Presidente del Montenegro si è tolto di mezzo -pare-, dopo circa 31 anni di dittatura comunista e criminale (oltre ad essere stato un dittatore ha continuato il comunismo di Tito prendendo il poteresenza elezioni). Ora, con le elezioni, è stato silurato dagli elettori. Cerco di combattere il nemico facendodel Montenegro una Nazione libera e democratica.La più lunga dittatura nel mondo nemmeno Putin hagovernato cosi tanto che tra l' altro mi odia e ha riempito il web di odio. Io sono un principe in esilio,caduto il dittatore dovrei ritornare in Montenegro ( Nato). Per mesi il popolo montenegrino è sceso in piazza per togliere di mezo questo dittatore. Non ho sovenzioni quindi metto tutto di tasca mia ci sono 11 monanrchie in europa di successo dove la gente sta bene mi piacerebbe ritornare in patria per regnare.La mia seconda attività è la protezione civile a Ginevra. 

La monarchia oggi è ancora attuale? Lei svolge attività diplomatica?

 La monarchia è ancora oggi attuale, anzi attualissima.  Perché rappresenta la tradizione; dura da millenni, da prima dei Faraoni. Porta prestigio, ricchezza, stabilità. Se il Capo di Stato è un Re o una Regina l'assetto politico ha appunto una maggiore stabilità: un Capo di Stato è sempre espressione del mondo politico, mentre un Sovrano, essendo al di sopra delle parti, insieme al popolo può esercitare un più efficace controllo sull'attività politica sul rispetto delle leggi, delle regole, della democrazia. In Europa abbiamo 11 monarchie , in Paesi che hanno un certo successo; anche il Giappone è  una monarchia ed è un Paese ricchissimo; la Tainlandia. La Regina Elisabetta II regna su 16 Nazioni. Ovvio il suo prestigio. Nei paesi balcanici nati dall'ex Jugoslavia vi sono arretratezza e problemi di povertà, che costringono i giovani ad andare a lavorare all'estero. Nei Paesi dove vi è la monarchia questo non succede  o succede meno. Per questo io spero di poter fare qualcosa per ristabilire la monarchia in questi Paesi.

Ci racconta qualcosa della sua vita privata?

 Per quanto riguarda la mia vita privata posso dire che ho una famiglia meravigliosa. Mia moglie Karola è Greca; ha quattro sorelle: due vivono in Germania, lei e l' altra ad Atene, da dove la sto chiamando. Karola nata a Stoccarda, in Germania; parla quindi anche tedesco; è laureata all' università di Tubinga dove ha anche insegnato. Poi è venuta ad Atene, dove Insegna ai bambini (è specializzata in pedagogia), e presto scriverà anche un libro. La nostra vita è allietata da un bimbo che si chiama Konstantin e ha 2 anni e mezzo; siamo in attesa di un altro bimbo, che nascerà intorno all'8 dicembre. Noi viviamo ad Atene, Belgrado, Stoccarda e a Torino. Ho vissuto per 8 anni a Montecarlo, fino a luglio 2018. Conto di ritornarci presto, a Montecarlo o a Nizza, grazie a degli amici che mi metteranno a disposizione un appartamento.   Ci stiamo occupando anche di beneficenza.
Sono un grande appassionato di sport: ho praticato tennis, sci, calcio, nuoto, pallavolo, ping pong, tiro al piattello, tiro con la pistola (avevo anche una bellissima collezione di armi). E ho un grande amore per i cavalli: ho partecipato a gare equestri di tutti i tipi. Parlo varie lingue: italiano, inglese, francese, il serbo-croato, e un po' spagnolo, tedesco e russo. 

Io la ringrazio tanto per questa intervista.
Le auguro una bella serata



A tu per tu con Vanni De Luca


"Illusionista matematico, esperto in arti marziali, autentico calcolatore umano, è l'unico artista italiano a portare in scena il numero più complesso mai ideato nella storia del mentalismo: in pochi minuti, e contemporaneamente, Vanni risolve un cubo di Rubik, scrive al contrario e recita a memoria un canto della Divina Commedia scelto liberamente dal pubblico.Esoterico, matematico, misterioso, Vanni è capace di usare la mente alla sua massima potenza."

Signor Vanni De Luca , studia da anni le tecniche di memoria partendo dai precetti degli antichi retori che valgono anche oggi. Può dare una spiegazione precisa ai lettori ?

Proprio così, le tecniche di memoria sono antiche quanto la necessità dell'uomo di ricordare e di tramandare l'esperienza acquisita. Oggi pensiamo che il problema della scarsa memoria sia qualcosa legato alla nostra epoca, ma in realtà la fatica del sapere apprendere è qualcosa che è stato trattato dalle più grandi menti dell'umanità.
Aristotele ha scritto un intero trattato sulla memoria e la reminiscenza, e i retori dell'antica Roma insegnavano l'arte del saper ricordare già ai bambini a scuola, incastonandola nel sistema delle arti liberali.
Cicerone e Quintiliano (uno dei più grandi del pensiero pedagogico dell'epoca classica) hanno scritto dei trattati in cui l'arte memorativa veniva trattata con grande attenzione, e la parola "arte" non è usata a caso: nonostante fosse opinione diffusa l'incidenza di madre natura in merito al dono della memoria di ciascun individuo, si era già scoperto che la nostra mente ritiene con maggiore efficienza se pensiamo per immagini disposte ordinatamente lungo dei luoghi fisici a noi familiari, come opere all'interno di un museo.
I retori le usavano per imparare a memoria le lunghe orazioni, durante il medioevo divennero importanti per meditare sulle Scritture, mentre attorno al XVII secolo alcuni uomini illuminati svilupparono de veri e propri sistemi mnemonici per trattenere informazioni complesse, come quelle a carattere numerico: principi matematici, articoli di codice, date storiche, ecc...
Oggi possiamo trovare in qualsiasi libreria un manuale di tecniche di memoria: sono affascinanti e ci consentono di scoprire nuovi orizzonti in merito alle nostre facoltà di memorizzare e ricordare, che possono essere migliorate grazie alla pratica costante.

Quante ore di studio, dedica al giorno ?

Dipende molto dai periodi: se sono in periodo "off", lontano dai riflettori televisivi o dei teatri, dedico tre ore al giorno al ripasso e al mantenimento delle informazioni che prima o poi dovrò portare in scena, ripassando quindi qualche canto della Divina Commedia di Dante, i copioni teatrali, e altre nozioni. Il resto della giornata lo dedico allo studio e al perfezionamento di varie discipline: chitarra, pianoforte, canto, voce, memorizzazioni istantanee, calcoli matematici e cubo di Rubik. Se poi mi viene qualche idea - spero intelligente - inizio a scriverci sopra un nuovo spettacolo, una conferenza, o un libro.
Durante i periodi più tosti, quelli in cui giro come una trottola tra eventi aziendali, tv e teatro, ripasso costantemente le informazioni che dovrò portare in scena - otto o dieci ore al giorno - per poi calcare le tavole del palcoscenico.
Questo "amorevole massacro mentale" è doveroso, in quanto gli esperimenti di memoria in cui il pubblico mi sfida sono molteplici e complessi, e non posso permettermi di fallire.

Insieme a due colleghi Alessandro de Concini e Andrea Muzzi, ha creato un videocorso sulle tecniche di memoria, quali sono stati i riscontri?

Del tutto inaspettati. Nel giro di un mese pensavamo di fare sì e no una trentina di iscritti, e ne abbiamo fatti più di trecento. Abbiamo studiato, investito e lavorato molto per ottenere quello che oggi - senza falsa modestia - riteniamo il miglior corso di tecniche di memoria mai realizzato prima, a livello mondiale.
Alessandro è un formatore, insegnante, e a oggi è il più grande divulgatore di tecniche di memoria e apprendimento efficace che io conosca: sforna un video youtube al giorno sul tema. La sua capacità produttiva è assoluamente impareggiabile.
Andrea Muzii è l'attuale campione del mondo di memoria. Giovane, smart, gran sorriso e gran testa, sicuramente di grande ispirazione per i giovani d'oggi.
Con queste premesse Mnemonica non poteva far altro che ottenere i successi guadagnati.

Dal libro “Una mente prodigiosa”scritto da Lei, Davide Calabrese e Fabio Vagnarelli (pubblicato nel 2017), quanto è stato complesso scriverlo?

Ricordo ancora il primo incontro presso la casa editrice Vallardi: ero eccitatissimo e al contempo preoccupato. Non avevo mai scritto un libro prima e non sapevo proprio da che parte cominciare. Una cosa era certa: non volevo scrivere il solito libro sulle tecniche di memoria. Volevo che fosse a metà tra un saggio e un manuale, e che ogni capitolo si aprisse con la storia di uno degli artisti che ho rievocato nel mio spettacolo teatrale "Prodigi". Ho iniziato a scriverlo ad aprile 2017, e ho finito a fine luglio, per dodici ore al giorno.
E' stato un vero parto, sicuramente dettato dall'inesperienza ma anche dalla tanta voglia di presentarmi con un prodotto curatissimo, spaccando in quattro - e addirittura in otto - il capello.
Il libro è uscito il 9 novembre 2017, lo stesso giorno dell'inizio della tournée di Prodigi. Al termine di ogni spettacolo le copie finivano come niente, e il pubblico era affamato di informazioni: come migliorare la memoria? Ho veramente memorizzato 164 pagine di una rivista?
Non potevo augurarmi epilogo migliore.
Molti artisti più avanti di me, in quanto a età ed esperienza, mi hanno detto che a 30 anni posso considerare di aver già ottenuto tantissimo e tranquillizzarmi, ma proprio non riesco: avvicinare le persone alle meraviglie della memoria e alle vite delle persone che hanno contribuito alla loro divulgazione (come i grandi pensatori del passato o i performers di fine '800), è diventato il mio faro, la mia ragione di vita.

Secondo Lei  Vanni, che cosa c’è di veritiero nella serie The Mentalist? E invece nella serie televisiva di Sherlock Holmes l’ utilizzo “dei palazzi della memoria”?

Me lo chiedono spesso in tanti. Diciamo che sono serie televisive, rientrano in una finzione narrativa, e chiaramente è inevitabile che vadano a spettacolarizzare alcuni concetti.
Alla base però bisogna ammettere che c'è un fondo di verità: il palazzo della memoria è una tecnica antichissima e funziona. Con chiunque.
Tra le due serie quella che merita maggiore attenzione è sicuramente "Sherlock", con i mitici Benedict Cumberbatch e Martin Freeman.
Nella serie si vede spesso Sherlock Holmes navigare i propri palazzi della memoria alla ricerca delle informazioni che possono tornargli utili per risolvere un caso, e verrebbe da pensare che l’utilizzo della tecnica sia stato preso direttamente dai racconti di Arthur Conan Doyle.
Nonostante sul web siano in molti a caldeggiare questa tesi, in realtà in nessuno dei romanzi dell'abile scrittore scozzese il nostro mitico detective menziona direttamente il palazzo della memoria; l’unica cosa che si avvicina all’idea, e che ha sicuramente ispirato gli autori della serie televisiva, è una confidenza che Holmes fa a Watson nel primissimo romanzo, intitolato “A study in scarlet”, ovvero “Uno studio in rosso”.

Holmes confessa a Watson di non avere la più pallida idea di come funzioni il sistema solare, e che questa informazione non gli sia per nulla utile per risolvere i suoi casi. per dare credito a quanto sta dicendo, aggiunge:

“vedi, io penso che il cervello dell’uomo sia originariamente come una soffitta piccola e vuota, pronta da riempire dei mobili che preferisci. un idiota ci mette dentro qualsiasi cosa gli capiti a tiro, e in questo modo la conoscenza che un domani potrebbe tornargli utile viene sbattuta fuori, o se proprio gli va bene viene mischiata disordinatamente assieme ad altre cose, ma in questo modo diventa difficile metterci le mani sopra.
L’abile lavoratore invece, è quello che sceglie accuratamente le cose da mettere nella sua soffitta mentale. Avrà nient’altro che gli strumenti che gli serviranno per il suo lavoro, ma ne avrà un grande assortimento, e tutto sarà accatastato in perfetto ordine.”

Da qui a parlare di "palazzo della memoria" ne passa di acqua sotto i ponti, però è importante evidenziare la verità nascosta in questo breve passaggio: l'ordine è la base della nostra capacità di memorizzare e ricordare!



venerdì 25 settembre 2020

Circolo della Stampa Sporting Torino: presentazione del libro “ La mia storia, La tua storia e La nostra storia" di Daniela Graglia


È l’evento inaugurale dell’Universita’  eCampus che ha promosso insieme a Linguadoc e a Polis Cultura, la presentazione “ La mia storia, La tua storia e La nostra storia “ tratta dalla Trilogia di Daniela Graglia scrittrice, psicologa e psicoterapeuta canavesana, “I nodi dell’anima; La cura dell’ anima; La salvezza dell’anima ( Golem edizioni)” ha riscosso successo tra i presenti.I libri erano già stati presentati in altre sedi. Ospite d’onore Alessandro Meluzzi psichiatra, criminologo, saggista, accademico e politico italiano intervenuto durante il dibattito affiancato dalla scrittrice e giornalista Sabrina Gonzatto e il regista Giulio Graglia. 
Tra il pubblico era presente Luisella Urietti altra scrittrice canavesana .







mercoledì 23 settembre 2020

Evento Superga: nuova gigantografia del Grande Torino


È stata inaugurata la nuova gigantografia raffigurante gli Invincibili in sostituzione della precedente. L'iniziativa, promossa dall'associazione ToroMio, in collaborazione con il Circolo Soci Torino FC 1906 e il Museo del Grande Torino, ha visto la presenza di alcuni parenti del Grande Torino, di Chiara Appendino, sindaca della città, del DG Antonio Comi del Torino FC oltre ad alcune glorie come Zaccarelli, Cereser e Claudio Sala, capitano dell'ultimo scudetto granata che ha letto i nomi delle 31 vittime della tragedia. Il Presidente del Museo granata, Domenica Beccaria, ha suonato la tromba di Oreste Bolmida. La sindaca Appennino ha dichiarato: "Il Grande Torino è patrimonio della città e fa parte del nostro presente, del passato e del futuro. Ci impegniamo e ci  impegneremo per mantenere viva la sua memoria".

martedì 22 settembre 2020

Cosmetica : a tu per tu con Giuseppe Tiraboschi

 

 Che cosa è un cosmetico?

 

La Cosmetica  è l’insieme di attività, tecniche e arti relativo al cosmetico o,per estensione,a ciò che migliora la piacevolezza,l’apparenza e l’estetica. 

I prodotti per la cura di  bellezza sono considerati sicuri anche se usati nei bambini? 

 

I prodotti per la cura di bellezza sono affidabili soprattutto nei bambini tant'è che possono rivelarsi utili anche per molte mamme .

Un cosmetico naturale è più “sicuro”?

 

Esiste molta confusione, sicuramente la differenza tra: cosmetica naturale e biologica. È importante partire dalle rispettive differenze: i cosmetici naturali hanno sostanze di origine naturale di piante sali minerali ecc.mentre i cosmetici biologici, nella loro lista hanno ingredienti di materie prime naturali, provenienti da agricoltura biologica certificate.  Quelli tradizionali, non presentano le caratteristiche sopracitate.In sostanza,il termine naturale non è sinonimo di "sicurezza"ed chimica di sintesi non è sinonimo di "nocivo".Quindi, la mia risposta è:cosmetica funzionale.

 

 Una donna in gravidanza può utilizzare cosmetici?

 

 In linea generale, in gravidanza si possono continuare ad usare i propri trucchi e cosmetici, pur con qualche attenzione in più, riguardo l’igiene. Maggior riguardo per la cosmetica bianca, poichè ci sono alcune creme che sono controindicate (cellulite e smagliature).

 

Qual è il prodotto più richiesto dagli uomini e dalle donne?

 

La richiesta si basa sulla fascia di età,  è varia. L' uomo invece punta sul viso, crema corpo idratante, emulsione dopo barba.












venerdì 11 settembre 2020

A tu per tu con Anna theflow


 Mi chiamo Anna Lauria, sono nata e cresciuta a Torino, ma le mie origini molto mediterranee, mamma greca e papà siciliano. Ho sempre danzato nella mia vita, perché per me la danza è sempre stata quel flusso (da qui Anna The Flow) che mi ha dato l’energia per vivere la quotidianità. Poi nella vita, per un po’, mi sono occupata di ripresa, fotografia e montaggio video. Il mio incontro con la Pole Dance è stato un vero e proprio amore, tanto che oggi faccio l’istruttrice di Pole Dance, oltre ad essere istruttrice di Pilates. La vita mi sta regalando la felicità di volare, dandomi la forza e l’entusiasmo di insegnarlo a chi lo vuole fare insieme a me. 




Che cosa è la Pole Dance? Quali sono i pro e i contro di questa disciplina?

La Pole Dance è una disciplina aerea (insieme a tessuti, trapezio, cerchio, corda) che unisce la ginnastica e la danza attraverso l’uso del palo (da qui POLE).
Spesso erroneamente viene confusa con la lap dance, invece si differenzia molto da essa in quanto, mentre quest'ultima nasce come spettacolo ludico e d'intrattenimento, la pole dance è un'attività sportiva a tutti gli effetti. Essa si basa infatti sull'esecuzione di figure acrobatiche, che richiedono notevoli doti di forza, scioltezza, coordinazione, agilità, flessibilità e resistenza.
Mi vengono in mente molti pro e pochi contro. E’ una disciplina che aiuta non solo il fisico ma anche il corpo e lo spirito. Chi fa pole dance acquista e sviluppa consapevolezza, presenza e ciò permette all’atleta di essere in grado di porsi al mondo in modo deciso e sicuro. Purtroppo non riesco a trovare dei contro. 


Possono praticarla anche gli uomini?

Assolutamente si! E’ una disciplina adatta a donne, uomini, bimbe e bimbi. Ci sono dei grandi nomi a livello mondiale, come per esempio il performer Mario Turco che ho avuto l’onore di conoscere dal vivo, collaborando con lui e partecipando ad un suo workshop, che sono straordinari. 



Quante sono le ore di allenamento al giorno?

L’allenamento di pole dance deve essere affiancato al lavoro di potenziamento da terra, al lavoro di mobilità e di flessibilità, altrimenti la preparazione è incompleta. Essendo questa disciplina molto complessa e impegnativa, è necessario non esagerare con gli allenamenti al palo. Ogni poler deve sentire il proprio corpo, ascoltando i segnali che esso manda. Io credo che un allenamento di 2 ore circa due volte alla settiamana al palo sia buono, in più occorre aggiungere ore di allenamento di power pole (potenziamento) e flessibilità (con esercizi di pilates e di mobility).















mercoledì 9 settembre 2020

A tu per tu con Stefania Andriola






Figlia unica, il papà lavorava in Fiat e la mamma in Comune a Torino. Adora praticare sport, viaggiare ed i cani.Dal 2009 è giornalista pubblicista.Fin da piccola, Stefania Andriola debutta nel mondo televisivo come protagonista di alcune pubblicità fino a diventare il volto di spot tormentoni come gelato Valsoia o biscotti Colussi.Segue la strada del giornalismo ed inizia nelle televisioni piemontesi come inviata per Fischio d’Inizio. Nel 2003 partecipa al Giro d’Italia e decide di migliorarsi sempre di più. Cinque anni dopo, arriva alla conduzione di Bike Show e segue il Giro d’Italia per la Gazzetta dello sport. Inoltre, la troviamo in Love Bugs 3, L’amore spezzato e Guardie di confine. Dal febbraio 2010 lavora al Centro Epson Meteo e la vediamo in onda nei collegamenti meteo dei telegiornali Mediaset



Come si diventa presentatrice tv del “meteo”?

 

Lavorare in un centro meteorologico credo fosse un po’ nel mio destino;  sorrido pensando che quando ero piccola mio papà mi chiamava “la mia Bernacca” perché passavo ore con il naso appiccicato alla finestra della mia cameretta, guardando il cielo e le nuvole passare. Lavoro al Centro Epson Meteo da più di 10 anni: nel 2010 era nata l'esigenza di affiancare ai meteorologi volti noti sulle reti Mediaset, dei giornalisti. L'idea che ha cambiato il modo di comunicare le previsioni del tempo è stata quella di trattare il bollettino meteo come una qualsiasi altra notizia, come se fosse un pezzo di cronaca. La continua sinergia tra studiosi del tempo e giornalisti ha fatto sì che i messaggi veicolati nelle case degli italiani diventassero con gli anni sempre più leggibili e facili da comprendere per tutti.

 

I primi e più importanti riconoscimenti quando li ha ottenuti?

 

Non dimenticherò mai il primo giorno in cui sono andata in onda all’interno del Tg5 delle 13, il 14 luglio 2010 la data che ha segnato il mio “meteo esordio” su Mediaset. Un altro momento molto importante nel 2008 quando finalmente sono riuscita a seguire il Giro d'Italia come giornalista per Gazzetta dello Sport: sono stata il primo volto dell' "Altrogiro Tv", la web tv della Gazzetta. L'idea era quella di portare alla luce tutti i retroscena di questa importante manifestazione sportiva, le bellezze che spesso sfuggono alle telecronache ufficiali giustamente concentrate sulla gara. Ho raccontato così le curiosità delle città toccate ogni giorno, intervistato i ragazzi della carovana rosa, le mogli dei corridori, i direttori sportivi, i  massaggiatori... i tifosi che si piazzano giorni prima nelle tappe di montagna pronti ad accogliere i grandi del ciclismo che lottano contro le salite che li renderanno celebri.

 

Ha vissuto momenti difficili nel suo percorso professionale? Come si superano? Quale consiglio darebbe ad un’altra persona per aiutarla a superare?

 

Sono stata la prima donna ad andare in onda quando i collegamenti del Centro Epson Meteo venivano gestiti solo dagli uomini. Non è stato semplice fare capire che mi occupavo di meteo come giornalista, anche perché in Italia era famosa la figura delle “meteorina”. All’inizio qualcuno mi ha definita “la meteorina del Tg5” (primo telegiornale in cui sono andata in onda).  Mi faceva sorridere ma nel tempo ho lottato per far passare il concetto che il mio non era un ruolo di pura per così dire, immagine. Tenevo a fare capire a chi ci segue che preparo i testi che vengono utilizzati dai vari telegiornali per fare i pezzi meteo, partecipo alle riunioni dei meteorologi, decido le grafiche da mostrare in onda e scrivo articoli di clima e ambiente (www.iconaclima.it). In particolare mi dedico alle nuove tecnologie e al mondo green. Non è certo un lavoro di pochi secondi e richiede una certa preparazione e una bella gavetta alle spalle. Consiglio di non mollare mai e tenere a mente che costanza, determinazione, preparazione e voglia di superare i propri limiti a lungo andare ripagano sempre. La testa ha un ruolo fondamentale secondo me e senza determinazione e la giusta concentrazione non si arriva da nessuna parte.

 





Quali sono i suoi passatempi?

 

Sul mio profilo instagram (https://www.instagram.com/stefyan/) parlo di giornalismo, viaggi e sport. Poche parole in cui è contenuta tutta la mia vita. Ho sempre avuto una curiosità innata per posti e culture diverse da quella in cui sono cresciuta. La realtà in cui vivevo tutti i giorni non mi bastava e non riuscivo ad accontentarmi guardando luoghi che sembravano meravigliosi solo in fotografia: io volevo viverli sulla mia pelle, provare le sensazioni che ti trasmette la loro natura, sentirne gli odori. Così ho iniziato ad essere la Stefania sempre pronta a partire, da un momento all'altro, la Stefania che se sta troppo ferma in una città poi non resiste al richiamo del primo aereo disponibile che mi porti lontano. Nei miei viaggi non mi faccio mai mancare la compagnia della mia macchina fotografica e di un libro; la libreria è una delle cose che adoro maggiormente di casa mia. Mi piacciono letture differenti, dai romanzi ai libri di psicologia. La professione che ho scelto di fare però, quella della giornalista, mi “costringe” a vivere in città, ma appena posso scappo, cercando posti in cui recuperare il contatto con la natura. Da sempre amo correre a piedi e in bici… anche quando sono stanca, bastano le mie scarpe da running o la mia bici da corsa Kuota per farmi tornare il sorriso e darmi forza. Nel tempo libero mi piace anche andare in palestra e magari dopo l’allenamento rilassarmi con una bella sauna. Ammetto che sapere in anticipo che tempo farà prima di uscire ad allenarmi è una gran fortuna, che mi permette anche di scegliere l'abbigliamento tecnico adeguato ma a volte mi rende un po' pelandrona quando so che troverò freddo o pioggia... ma proprio io che lavoro con il tempo non posso permettergli di vincere sulla mia voglia di fare sport.





 

Da brava concittadina torinese, quanto le manca la sua città? 

 

La città in cui nasci e che ti accoglie durante i primi anni di vita credo occupi per sempre un posto privilegiato nel nostro cuore. Purtroppo riesco a tornare poco a Torino anche perché i miei genitori si sono trasferiti in Lombardia per riunire la famiglia e non dovendo più rientrare per stare con loro, i miei viaggi sulla Milano-Torino sono diminuiti drasticamente. Quando lo faccio avverto sempre i miei amici storici perché non posso non approfittarne per dare loro un abbraccio. Ho diversi amici anche a Milano ma in Piemonte ritrovo le persone con cui sono cresciuta, con cui ho passato l’adolescenza: amiche delle medie, del liceo e perfino delle elementari. Cerco poi di non farmi mancare mai una passeggiata ai Murazzi, con vista sulla Gran Madre e sul Monte dei Cappuccini.






XV Premio Giovanni Graglia- Presidente Sabrina Gonzatto




Oggi raccontare la malattia oncologica è un dovere nei confronti dei cittadini in quanto servizio pubblico. Cinquant’anni fa, quando per primo Gigi Ghirotti raccontò la sua malattia, il cancro era considerato un tabù,una parola da non pronunciare, al suo posto si utilizzava l’espressione “brutta malattia”.
Grazie ai passi da gigante fatti dalla ricerca scientifica in campo oncologico, al lavoro portato avanti dai
medici e dai centri di ascolto in supporto dei malati e dei loro famigliari, l’opinione pubblica è cambiata. Il
lavoro minuzioso svolto dalla Fondazione Nazionale e dall’Associazione torinese nate in nome del
giornalista de La Stampa, è stato il motivo che ha spinto la presidente del Premio Giovanni Graglia, Sabrina Gonzatto, a conferire il riconoscimento della quindicesima edizione all’ avvocato Fabrizio Siggia e al prof.Giorgio Palestro. La premiazione si è svolta presso il Circolo della Stampa Sporting e ha chiuso la quattordicesima edizione del Festival Nazionale Pirandello e del ‘900 di cui abbiamo ampiamente parlato.




" A proposito  del partigiano Johnny di Beppe Fenoglio. I ringraziamenti di Gigi Ghirotti a Lorenzo Mondo" 

lunedì 7 settembre 2020

A tu per tu con Peteer Cap




Come si utilizza l’umorismo? 

Beh se ne potrebbe parlare per ore e ore, sia a livello sociale nel vivere di tutti i giorni che in arte.Io son legato all’umorismo quello genuino, puro, quello che non usa turpiloqui o parole osè quello del vecchio stile di grandi della comicità italiana tanto per citarne alcuni: Gino Bramieri, Walter Chiari fino al grande Vianello che con Sandra Mondaini senza mai usar una parolaccia hanno fatto ridere generazioni.L’umorismo deve esser la base del vivere il solo alarsi e sorrider con se stessi cioè “dentro” è importante e scandisce il ritmo delle giornate.Come dico io “c’è la risata grossa e grassa esteriore” e quella “silenziosa e potente” interiore.L’umorismo soprattutto sul lavoro e nelle situazioni sentimentali di oggi è molto importante, le cose serie nella vita son altre cioè la vita stessa se messa in pericolo per il resto? Se tutto fosse preso con umorismo e risate beh  sarebbe un mondo diversoP.S: Ah a dir questo certo mi sento un po’ una finalista di Miss Italia 🤣



In che modo si crea una gag? 

Chi mi conosce lo sa io son nato con la gente, per la gente, tra la gente dalle risate in compagnia poi nei vari lavori che ho fatto prima di far arte cioè? Io ho sempre creato al momento stesso così faccio tutt’ora a volte ma quando si lavora nel professionismo tutto cambia, la gente purtroppo oggi pensa che far ridere sia una cosa facile, banale e scontata ma non è così. Più vai più sali più capisci come è dura star sul palco e anche solo due minuti far ridere il pubblico, come ben sai dato che ho avuto piacere di vederti ospite al Cab41 diretto da Gianpiero Perone ho trovato la mia dimensione nel settore comico dove un puro maestro come lui, forgia insegna e ti fa capire i meccanismi cose non scontate anzi.
Oggi basta aprire i social per vedere di tutto cioè la ricerca ostentata della risata a discapito dell’arte dove non c’è, la gente sta arrivando a far cose assurde e io penso che l’arte non è una terapia e si può esser corrisposti ad essa ma non è detto che essa lo sia con te come mi disse un caro amico in arte.
Io non mi alzo una mattina e penso che far l’avvocato sia per tutti e scrivo e do pareri legali alla gente o così far il gioielliere e certo le mie non son parole classiste o di innalzamento a saggio della risata, solo che penso sia giusto lasciar far a chi sa fare così in altri ambiti, da me a Milano si dice:
“ofelè fà el sö mestè” cioè:
ogni pasticciere (ogni artigiano in senso lato) fa il suo mestiere cioè un invito ad ognuno a desistere dall’ impicciarsi in un lavoro che non sia in grado di fare o non gli completa. 



Un pensiero sui nuovi emergenti, attori, comici? 

Beh ad essi dico solo una cosa:“una volta che avete capito quale è la vostra vera vocazione mollate tutto e andate”!!! Buttatevi a capofitto, fate sacrifici non seguite “l’essere” ma “l’avere” cioè arte in sè, dovete esser veri, onesti, puri e non farvi cambiare dalle regole non dell’arte perché essa è follia, ardore, creazione, amore ma da quelle dello spettacolo che è fatto da esseri umani e... Questo sistema come ti innalza e fa sentir forte e potente così ti colpisce.
Non dite mai: “è sempre stato così, è così si fa così”... No! 
La strada dell’onesto sarà tortuosa e dura ma quella sensazione che si sente nell’ esser onesto e vero beh credetemi è impagabile.
Non cedere a cricche, giri, favorini in cambio di qualcosa mai, ottenere se lo avete meritato.
“Beh facile Peeter parlare cosi te ora fai... Sei”... A volte sento dire.
Non son nessuno son solo uno che ha impiegato sei lunghi anni di duro ma bel fare per arrivare dove? Solo ad un quarto di cosa mi son prefissato al tempo. Non ho avuto mani o spinte ma solo “opportunità” sante opportunità di chi in arte non chiude ma apre le porte come faccio io ora a chi merita ed è doveroso citare alcune persone nel cammino dell’arte come tra arte e amicizia come Francesca Manenti, Silvio Marini, Gianpiero Perone e Andrea Fasoglio del Cab41, Stefania Andriola, Stefano Conte e Stefano Bressani e mi sento di citare anche Germano Lanzoni, Mattia Poggi, Carlo Bianchessi e Claudio Lauretta artisti puri ed umili, quelli che senti poco (perché siamo tutti presi nel da far in arte) ma che dall’altro del loro cammino son un esempio di come esser e diventare. E poi la Nazionale Italiana Artisti TV di cui faccio parte e ad oggi a Luca Nizzola, Paolo Bobbiese e al al direttore di TeleNova Ruggero Muttarini .





Telenova!? 

Beh che dire? Non li chiamo mai sogni perché essi son destinati a rimanere nella notte come dico sempre, ma realtà che pensavo e ho realizzato. Partii nel 2013 come un normale “consulente artistico” in una web TV locale dopo di che? Un escalation di programmi TV creati e condotti  dalla comicità al talk ad oggi son centinaia le varie puntate fatte non so quante ore di studio TV, montaggi e dirette che ho fatto e poi? Arrivò TV dopo di TV canale dopo canale del telecomando eccomi
qui... Sul Ch 14 del digitale terrestre da Giugno di quest’anno, beh una cosa che mai avrei detto anni fa, cioè approdare in una TV che vedevo fin da ragazzino con dei valori quelli che piacciono a me con stile e qualità nonché TeleNova!!! Ho trovato in essa il mio stile di far comicità vera e pulita sempre con il Comics Carpool che è la trasmissione da traino a tutte le cose che faccio e che da quest’anno vedrà alla conduzione anche Vanessa Minotti già nota conduttrice, presentatrice e modella.

Grazie per l' intervista e un caro saluto a tutti i lettori !