mercoledì 9 settembre 2020

A tu per tu con Stefania Andriola






Figlia unica, il papà lavorava in Fiat e la mamma in Comune a Torino. Adora praticare sport, viaggiare ed i cani.Dal 2009 è giornalista pubblicista.Fin da piccola, Stefania Andriola debutta nel mondo televisivo come protagonista di alcune pubblicità fino a diventare il volto di spot tormentoni come gelato Valsoia o biscotti Colussi.Segue la strada del giornalismo ed inizia nelle televisioni piemontesi come inviata per Fischio d’Inizio. Nel 2003 partecipa al Giro d’Italia e decide di migliorarsi sempre di più. Cinque anni dopo, arriva alla conduzione di Bike Show e segue il Giro d’Italia per la Gazzetta dello sport. Inoltre, la troviamo in Love Bugs 3, L’amore spezzato e Guardie di confine. Dal febbraio 2010 lavora al Centro Epson Meteo e la vediamo in onda nei collegamenti meteo dei telegiornali Mediaset



Come si diventa presentatrice tv del “meteo”?

 

Lavorare in un centro meteorologico credo fosse un po’ nel mio destino;  sorrido pensando che quando ero piccola mio papà mi chiamava “la mia Bernacca” perché passavo ore con il naso appiccicato alla finestra della mia cameretta, guardando il cielo e le nuvole passare. Lavoro al Centro Epson Meteo da più di 10 anni: nel 2010 era nata l'esigenza di affiancare ai meteorologi volti noti sulle reti Mediaset, dei giornalisti. L'idea che ha cambiato il modo di comunicare le previsioni del tempo è stata quella di trattare il bollettino meteo come una qualsiasi altra notizia, come se fosse un pezzo di cronaca. La continua sinergia tra studiosi del tempo e giornalisti ha fatto sì che i messaggi veicolati nelle case degli italiani diventassero con gli anni sempre più leggibili e facili da comprendere per tutti.

 

I primi e più importanti riconoscimenti quando li ha ottenuti?

 

Non dimenticherò mai il primo giorno in cui sono andata in onda all’interno del Tg5 delle 13, il 14 luglio 2010 la data che ha segnato il mio “meteo esordio” su Mediaset. Un altro momento molto importante nel 2008 quando finalmente sono riuscita a seguire il Giro d'Italia come giornalista per Gazzetta dello Sport: sono stata il primo volto dell' "Altrogiro Tv", la web tv della Gazzetta. L'idea era quella di portare alla luce tutti i retroscena di questa importante manifestazione sportiva, le bellezze che spesso sfuggono alle telecronache ufficiali giustamente concentrate sulla gara. Ho raccontato così le curiosità delle città toccate ogni giorno, intervistato i ragazzi della carovana rosa, le mogli dei corridori, i direttori sportivi, i  massaggiatori... i tifosi che si piazzano giorni prima nelle tappe di montagna pronti ad accogliere i grandi del ciclismo che lottano contro le salite che li renderanno celebri.

 

Ha vissuto momenti difficili nel suo percorso professionale? Come si superano? Quale consiglio darebbe ad un’altra persona per aiutarla a superare?

 

Sono stata la prima donna ad andare in onda quando i collegamenti del Centro Epson Meteo venivano gestiti solo dagli uomini. Non è stato semplice fare capire che mi occupavo di meteo come giornalista, anche perché in Italia era famosa la figura delle “meteorina”. All’inizio qualcuno mi ha definita “la meteorina del Tg5” (primo telegiornale in cui sono andata in onda).  Mi faceva sorridere ma nel tempo ho lottato per far passare il concetto che il mio non era un ruolo di pura per così dire, immagine. Tenevo a fare capire a chi ci segue che preparo i testi che vengono utilizzati dai vari telegiornali per fare i pezzi meteo, partecipo alle riunioni dei meteorologi, decido le grafiche da mostrare in onda e scrivo articoli di clima e ambiente (www.iconaclima.it). In particolare mi dedico alle nuove tecnologie e al mondo green. Non è certo un lavoro di pochi secondi e richiede una certa preparazione e una bella gavetta alle spalle. Consiglio di non mollare mai e tenere a mente che costanza, determinazione, preparazione e voglia di superare i propri limiti a lungo andare ripagano sempre. La testa ha un ruolo fondamentale secondo me e senza determinazione e la giusta concentrazione non si arriva da nessuna parte.

 





Quali sono i suoi passatempi?

 

Sul mio profilo instagram (https://www.instagram.com/stefyan/) parlo di giornalismo, viaggi e sport. Poche parole in cui è contenuta tutta la mia vita. Ho sempre avuto una curiosità innata per posti e culture diverse da quella in cui sono cresciuta. La realtà in cui vivevo tutti i giorni non mi bastava e non riuscivo ad accontentarmi guardando luoghi che sembravano meravigliosi solo in fotografia: io volevo viverli sulla mia pelle, provare le sensazioni che ti trasmette la loro natura, sentirne gli odori. Così ho iniziato ad essere la Stefania sempre pronta a partire, da un momento all'altro, la Stefania che se sta troppo ferma in una città poi non resiste al richiamo del primo aereo disponibile che mi porti lontano. Nei miei viaggi non mi faccio mai mancare la compagnia della mia macchina fotografica e di un libro; la libreria è una delle cose che adoro maggiormente di casa mia. Mi piacciono letture differenti, dai romanzi ai libri di psicologia. La professione che ho scelto di fare però, quella della giornalista, mi “costringe” a vivere in città, ma appena posso scappo, cercando posti in cui recuperare il contatto con la natura. Da sempre amo correre a piedi e in bici… anche quando sono stanca, bastano le mie scarpe da running o la mia bici da corsa Kuota per farmi tornare il sorriso e darmi forza. Nel tempo libero mi piace anche andare in palestra e magari dopo l’allenamento rilassarmi con una bella sauna. Ammetto che sapere in anticipo che tempo farà prima di uscire ad allenarmi è una gran fortuna, che mi permette anche di scegliere l'abbigliamento tecnico adeguato ma a volte mi rende un po' pelandrona quando so che troverò freddo o pioggia... ma proprio io che lavoro con il tempo non posso permettergli di vincere sulla mia voglia di fare sport.





 

Da brava concittadina torinese, quanto le manca la sua città? 

 

La città in cui nasci e che ti accoglie durante i primi anni di vita credo occupi per sempre un posto privilegiato nel nostro cuore. Purtroppo riesco a tornare poco a Torino anche perché i miei genitori si sono trasferiti in Lombardia per riunire la famiglia e non dovendo più rientrare per stare con loro, i miei viaggi sulla Milano-Torino sono diminuiti drasticamente. Quando lo faccio avverto sempre i miei amici storici perché non posso non approfittarne per dare loro un abbraccio. Ho diversi amici anche a Milano ma in Piemonte ritrovo le persone con cui sono cresciuta, con cui ho passato l’adolescenza: amiche delle medie, del liceo e perfino delle elementari. Cerco poi di non farmi mancare mai una passeggiata ai Murazzi, con vista sulla Gran Madre e sul Monte dei Cappuccini.






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