domenica 19 luglio 2020

A tu per tu con Sabrina Gonzatto





Qual è il parterre ideale, per parlare di Gigi Ghirotti?

Il parterre da noi scelto per parlare del Centenario dalla nascita del giornalista e scrittore vicentino è il Polo del ‘900 a Torino. Un luogo prestigioso e al tempo stesso legato alla storia della nostra città. La possibilità di contestualizzare l’evento all’aperto è un must ulteriore per mettere in pratica le indicazioni dettate dall’emergenza  sanitaria: misurazione della temperatura, distanza e mani disinfettate. Prima del lockdown si era pensato di dedicare a Ghirotti uno spettacolo teatrale, abbiamo dovuto rimandare il progetto senza rinunciare ad un incontro dedicato alla sua figura. Questo è il terzo preceduto da altri due: il primo: Da Gigi Ghirotti alla Carta di Torino 2019; il secondo: Cronisti nel Tunnel della malattia svoltosi a gennaio 2020; oggi il nostro, nel  ricordare Ghirotti parliamo della comunicazione ai tempi del Coronavirus. Parterre ideale in realtà è rappresentato dalla scuola, dal giornalismo e dal mondo medico. 

È in progetto un romanzo scritto da lei, su Gigi Ghirotti ?

Bella domanda. Chi scrive è sempre alla ricerca di un’idea, un’ispirazione, un soggetto. Sono passati nove anni dal mio ultimo libro, nonostante mi sia dedicata a testi teatrali o a racconti brevi. La mia vocina interiore mi suggerisce che forse è arrivato il momento di pensare ad un nuovo romanzo. Vede, da quando Alberto Sinigaglia, presidente dell’ODG Piemonte, ha coinvolto Giulio Graglia e me in questa avventura Ghirottiana, ho conosciuto delle persone uniche che sono anche fonte di ispirazione. Non è un caso.  Ma ci saranno altre occasioni per ampliare questo tema. 

Che cosa lega Ghirotti al Festival Nazionale Luigi Pirandello?

Ringrazio Il Festival che mi dato la possibilità di curare questo appuntamento che rientra negli argomenti già affrontati in passato e che riguardano i protagonisti del ‘900. Pirandello ne L’uomo dal fiore in bocca, ci parla di epitelioma, un carcinoma maligno di cui è affetto il protagonista. Un dramma unico che mette in evidenza il relativismo della realtà e l’incomunicabilità e la solitudine tra gli uomini. Gigi Ghirotti muore a causa del morbo di Hodgkin da lui soprannominato il ‘Signor Hodgkin’. Ci troviamo di fronte allo stesso tema anche se affrontato da punti di vista diversi: Pirandello ironico ma pessimista condanna l’impotenza dell’uomo nei confronti della morte; Ghirotti ironico ma più possibilista fornisce una soluzione all’ineluttabilità dell’esistenza umana: non abbandonare le persone a se stesse. Questo il suo monito da tramandare a tutti: “quello che importa, sia durante la vita, sia di fronte alla morte, è non sentirsi abbandonati e soli”. 

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