venerdì 2 ottobre 2020

A tu per tu con Sara Rossotti


"Mi chiamo Sara Rossotti la passione per la cucina fa da padrone sono diplomata all' Istituto Tecnico alberghiero di Torino Giuseppina Colombatto, e successivamente ho seguito dei corsi di cucina naturale all' università di Naturopatia." "Ho delle collaborazioni con associazioni e professionisti per realizzare eventi e tutorial per rendere interattiva la comunicazione con il cliente e coinvolgerlo nell' attività".
Ecco chi sono : "Vena Artistica associazione dello spettacolo,https://www.venaartistica.com/"

Come definisce la sua cucina?

Il mio modo di cucinare è genuina, non prediligo sapori artificiali. Utilizzo ingredienti freschi e qualche piccolo accorgimento. Preparo su richiesta del cliente, offrendo  un servizio a domicilio anche di gastronomia.

Fondamentale è il ruolo del produttore che coinvolgo, di nome Fabrizio,che è il mio  trifulaio di fiducia,il quale suggerisce talvolta altri ingredienti.

Come è nato “l’amore “per l’arte culinaria? (Grazie per questa domanda)

I primi amori non si scordano mai, fin da bambina ho avuto la possibilità di cimentarmi in cucina, se le altre giocavano con le bambole, io avevo la cucina giocattolo. (alcuni pezzi li ho conservati).L’attrazione per quest' arte, è arrivata grazie al piacere del mangiare e di sperimentare sempre nuove cose,insieme alla nonna di origine meridionale che mi insegnava a fare le polpette seduta sullo sgabello.Senza scordar, la mia vicina di casa, piemontese doc, che mi ha cresciuto tra gli gnocchi, il Bagnet verd rigorosamente con la mezza luna,e gli arrosti, con i peperoni "Dui purun bagna’nt l’oli."

Le donne di casa, quanto hanno influito nel suo mestiere nella cucina?

La cucina per me rappresenta un momento di creatività e di trasmissione di emozioni. Meglio dire "cucina-emozionale."Non sono chef. Le persone cardine, sono la “tata” e mia nonna, alle quali domando consigli, per preparare qualche piatto. Il vero pezzo da  novanta è stato mio nonno, che mi ha ispirato su suggerimento di mia madre, nella creazione di un dolce per una cena: trasformai  un semplice panettone imbevuto nel Vermut, in un  dessert da ristorante.Nel mio percorso trovai  anche altre donne dedite alla  cucina, in particolare Lady Chef della Campania Olimpia Lombardo, a lei devo soprattutto le "contaminazioni" di sapori con questa terra magnifica, situata tra la penisola sorrentina e il cilento.

Quali cambiamenti potrebbero migliorare la cucina?

Istituire un albo per professionisti aiuterebbe la categoria a risalire la china stabilendo una parità con gli esperti del settore.Questo mestiere si sottovaluta e molti sono improvvisati a discapito di chi ha studiato e fatto un percorso. Proiettandoci nel  futuro la ristorazione cambierà, soprattutto per il periodo che stiamo vivendo.Sicuramente lo chef tradizionale,della brigata Escoffier, colui che ha inventato l’inquadramento di cucina,modificherà approccio tra le relazioni e lo stile a favore della tecnologia. Si verranno a creare nuove figure professionali, che potranno operare al di fuori dell’ambiente convenzionale del ristorante o di altre realtà.


Photo di Maurizio  Scaglia per il brand "BrandOne"








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