lunedì 23 marzo 2020

“Riflessioni sul CAMBIAMENTO e sulla FELICITA' “di Luisella Urietti



Anche le favole finiscono, come scrive pure Massimo Gramellini nel suo libro L'ultima riga delle favole, quella che recita “E vissero per sempre felici e contenti.”
Già, ma cosa significa appunto felici e contenti?
E quanto tempo dura tutto ciò?
Ognuno di noi vuole essere felice. Questa è la risposta più frequente che si ottiene quando si chiede a qualcuno che cosa vuole nella vita.
Solo che la felicità non viene pensata come il frutto di qualcosa, intendo non viene vista come la conseguenza reale di una serie di azioni (o non azioni) atte appunto al suo raggiungimento.
Viene considerata come un qualcosa che prima o poi ci spetta di diritto, ci è dovuta e ci arriverà addosso magari come una folata di vento o uno scroscio di pioggia. Potenzialmente anche il vento o la pioggia possono regalarci attimi di felicità, ma di nuovo dipende da come reagiamo: “Che bello, una ventata d'aria fresca!/ Waw, finalmente un po' d'acqua!”oppure “Accidenti, i fogli sono volati via!/ Che seccatura, non ho l'ombrello”
Ecco appunto.
Che cos'è la felicità?
Chissà! Difficile da definire, è una parola dal contenuto “mutevole e mutante”. Infatti ci sono cose che ci rendono felici oggi e infelici domani.
Sono forse le più superficiali? Dipende, forse sì o forse no.
Fatto sta che ciò che ci rende felici è molto variabile e condizionato da emozioni, sentimenti, avvenimenti, persone, luoghi, ricordi, suoni, rumori, odori...
Tutto questo se noi decidiamo di metterci nella prospettiva dello spettatore. Ma fin dall'inizio di questo libro la prospettiva è quella del protagonista e lo ricordo ancora - caso mai non l'avessi ripetuto abbastanza - la grande differenza tra i due è che lo spettatore “subisce” e molto spesso si lamenta di ciò che qualcun altro ha scelto al suo posto.
È colui che si definisce infelice, sfortunato, sfigato...
Chi invece sceglie di essere protagonista, non l'ho mai sentito definirsi in questo modo.
Tutti noi sappiamo molto bene quanto sia comodo non scegliere, a patto poi di essere disposti ad accollarci le conseguenze che ne derivano. Questo ci permette di avere l'ultima parola: esprimere il nostro disappunto e il nostro scontento e lamentarci in tutte le forme che conosciamo perché abbiamo ottenuto cose diverse da quelle che volevamo, perché non ci piace la portata che il cameriere ci ha servito, perché il villaggio turistico è troppo rumoroso, troppo caro, ecc... ecc...
Tuttavia le cose cambiano, con o senza la nostra approvazione.
Anche quando siamo felici.
Situazioni che non avremmo mai pensato si potessero modificare... Voilà: non sono più le stesse dall'oggi al domani e noi ci troviamo sorpresi ma soprattutto impreparati. Sì, perché la vita cambia senza aspettare che noi siamo pronti, disponibili o recalcitranti, o ancora decisi a catalogare certi eventi come positivi o negativi.
Già, provate a riflettere un momento sulle vostre vite: avete mai notato che certe “disgrazie/catastrofi” a ben vedere vi hanno salvati da situazioni che si sarebbero rivelate, nel futuro, di gran lunga peggiori? Ma questo riusciamo a vederlo – e nemmeno sempre –

solo con il senno del poi, dopo un lasso di tempo più o meno lungo.
Qualche volta da soli, ma molto spesso è più facile se qualcuno, magari un professionista che possiede il necessario distacco, ci affianca.
La prima reazione, quando le cose non vanno come vogliamo, è quella di arrabbiarsi, incolpare qualcuno (se esiste fisicamente) o la sorte, o la sfortuna, o Dio se siamo religiosi.
È una tappa necessaria e salutare e forse inevitabile, se di breve durata. Altrimenti continueremo a prendercela con qualcosa di esterno (alleggerendoci allegramente della nostra parte di responsabilità e – soprattutto - evitando di cogliere i lati positivi e le nuove possibilità insite nel cambiamento stesso), covando rancore e risentimento che nel tempo saranno destinati a crescere, assorbendo le nostre energie e indebolendoci, e alla fine addirittura a farci ammalare...
Cose, persone, situazioni, persino le immutabili montagne si modificano, che noi vogliamo o meno, che siamo disposti a vederlo o meno, che l'accettiamo o meno, che siamo felici o infelici.
Liberamente tratto da CambiAmi la vita



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