martedì 21 gennaio 2020

A tu per tu con Francesco Mariello




Quale è stata la tua formazione?

Mi piace definirmi un auto-didatta, non fosse altro perché ritengo che la scuola dell'obbligo prima e l'università poi non offrano alcuno strumento utile di formazione. Ricordo ancora un esame al primo anno di facoltà in cui veniva specificato a caratteri cubitali “NON E' UN ARTICOLO DI GIORNALE”; e allora io qua che ci son venuto a fare?

Che cosa non ti piace del tuo lavoro da speaker radiofonico e giornalista?

La cosa che mi piace di meno è il dover fare collegamenti spot di un minuto circa.
Preferirei fare la radiocronaca (o meglio ancora la telecronaca) di tutta la partita senza interruzioni.
Chissà, magari un giorno accadrà...

Chi è il tuo idolo sportivo?

Tanti, ma uno su tutti, Jean Alesi!

Ci racconti qualche aneddoto divertente che ti è successo durante la carriera professionale?

Ai tempi di quando seguivo i dilettanti, ogni settimana ce n'era una, sarebbe difficile scegliere.
Restando al periodo più recente, il momento più bello è stato lo scorso anno a Valencia.
Conferenza stampa il giorno prima della partita, esco a fumare una sigaretta con dei colleghi e vado sulla balaustra dello stadio Mestalla che affaccia direttamente sulla strada e sulle case di fronte.
Improvvisamente iniziamo a sentire delle urla in italiano e di primo acchito non ci rendiamo conto di cosa stia capitando finché non ci ricordiamo che si sta giocando Inter-Tottenham (quella del gol di Vecino nel recupero, “la Garra Charrua”, insomma quella partita lì) e da un balcone al quarto piano spunta un anonimo interista scatenato che esulta come un ossesso.
Ora io dico; ma quante probabilità ci sono che sulla Avinguda de Suecia a Valencia abiti un interista e che l'Inter segna il gol vittoria proprio mentre di fronte c'è l'allenatore della Juve che sta tenendo una conferenza stampa? E' semplicemente qualcosa di meraviglioso...

Passioni nel tempo libero?

Ho quattro piaceri nella vita: il primo, ça va sans dire, è il calcio, il secondo è viaggiare, specialmente in auto, il terzo è mangiare e il quarto dormire.
Ce ne sarebbe anche un quinto ma tralasciamo...

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