giovedì 7 novembre 2019

A tu per tu con Alberto Gervasi di Tuttosport

Cosa vuol dire oggi fare il giornalista sportivo?

Vuol dire accorciare le distanze fra lo sport di casa nostra e gli appassionati. In questo lavoro, però, è impossibile raccontare un momento o un’emozione senza prima viverli, in campo sportivo e non solo. È un mestiere particolare, a volte poco rispettato, per me comunque impareggiabile.




 Come ti sei avvicinato a questo mestiere? 


Ho iniziato nel 2009, avevo 16 e ho cominciato a scrivere per il quotidiano “La Sicilia” dei miei amici che giocavano nelle giovanili della squadra del mio paese, in provincia di Siracusa. Da lì ho continuato a Torino con il dilettantismo e poi ho fatto il salto con il professionismo e la serie A. Carta stampata, testate online e televisione: una carriera iniziata poco più di dieci anni fa che spero possa continuare il più a lungo possibile.





Hai ricevuto il premio Coni-Ussi “Under 35” 2019: quale emozione hai provato quando ti è squillato il telefono?
Ho realizzato solo dopo qualche secondo dalla telefonata. Un’emozione incredibile, oltre che un enorme vanto per essermi aggiudicato un premio molto importante e prestigioso. Mi hanno fatto piacere anche le parole del presidente del Coni Malagó, che si è voluto complimentare personalmente. È un riconoscimento che premia il lavoro non soltanto mio ma, in generale, di tutta la redazione di Tuttosport.







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