“Negli anni Ottanta del '900 il piccolo villaggio di Karanau presso la città petrolifera di Kirkuk, a nord di Bagdad, così come l'intero Kurdistan entrano nel mirino del regime iracheno di Saddam Hussein. Per sfuggire alle atrocità che le haras al kaumi perpetreranno contro quel popolo, il giovanissimo Tarik abbandona il suo paese e si rifugia in Italia, dove intraprende gli studi universitari e conoscerà l'amore. Il suo ritorno dopo 32 anni sarà colmo di sofferenza e di dolore. I bombardamenti che durante la sua infanzia e la sua assenza avevano gravemente colpito il suo villaggio avranno un'eco assordante nel suo cuore: l'operazione Al-Anfal, condotta dall'esercito iracheno durante la Guerra Iran-Iraq, nel conflitto curdo-iracheno, oltre a distruggere interi villaggi e luoghi di culto del Kurdistan, cuore della resistenza e nascondiglio dei Peshmerga, aveva aperto una crepa insanabile nella sua famiglia e in tutto il suo popolo. L'autore, guidato dai ricordi e dai drammatici racconti di familiari e conoscenti, scrive pagine di un diario-memoria straziante, affollato di lacrime e traboccante del sangue di vittime innocenti, per ricordare il genocidio silenzioso compiuto contro i suoi fratelli e contro il popolo curdo”.
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