Come definisce oggi il suo Toro? Ci dà un parere su Borna e Sosa?
“Per Borna-Sosa siamo felici, perché era un profilo che stavamo cercando, e adesso aspettiamo le visite mediche prima di parlarne. Se questo succede, saremo tutti ben felici e contenti. Sicuramente sarà un giocatore che potrà alzare la qualità di questa squadra.
Questa squadra a che punto è? Al punto che mi aspettavo. È un processo in crescita, è normale come in tutti i processi nuovi che giustamente ci siano altri e bassi: si fa sempre un passo avanti, poi se ne fanno due e successivamente tre. Questo è il processo in crescita, non mi spavento. Lo so che, come ho sempre detto, ci vuole pazienza, che a volte non si ha, compreso il sottoscritto, perché si vorrebbe tutto e subito, però c’è l'impegno di questi ragazzi su quello che vuole fare”.
Come sta Sanabria? Come l'ha visto soprattutto dopo l'arrivo di Adams?
“Se uno vuole diventare un grande giocatore e vuole stare ad alti livelli questo penso che sia la normalità. Si dovrà abituare a questa normalità”.
L'attacco è più determinato rispetto alla Coppa Italia? Ci sono stati progressi?
“Su questo fatto, tutto dipende dalla prestazione. Dobbiamo diventare squadra e dobbiamo, l'ho sempre detto, essere più efficaci da parte delle mezzali e dei quinti. Ma non si può, dopo tre anni di lavoro in 30 giorni cambiare subito l'idea. Io penso che anche in Coppa Italia qualche cosa si è visto. Penso alle tre grandi occasioni che ha avuto Ricci. Dopo da lì, concretizzando il gol, dovremmo essere bravi, ma già vedere una mezzala che arriva con tre palle gol è importante. Avere l'opportunità di un parco attaccanti come il nostro mi permette anche di cambiare la partita, come è successo nel secondo tempo con il Cosenza quando sono entrati Karamoh e Adams e con i movimenti di Zapata. L'ho sempre detto ai ragazzi che quando si lavora per principi si ha la possibilità anche di cambiare nel corso della partita. Le partite sono fatte anche di strategia”.
Ci sono giocatori in organico come Radonjic eSeck e altri giovani che lei ha portato e visto tanto anche a Pinzolo. Radonjic e Seck fanno parte del progetto tecnico oppure sono sul mercato? E dei giovani, chi secondo lei può essere aggregato in pianta stabile alla prima squadra?
“Penso che qua al Torino i giovani abbiano una storia molto importante. Però questa storia importante non deve mettere pressione perché oggi il salto dalla Primavera alla prima squadra è stato veramente grande. Sono contento, come ho detto le prime volte, che il club abbia fatto quest'anno una cosa eccezionale, portando la Primavera in ritiro vicino a noi. E se avete visto, tante volte ho avuto l'opportunità di farli allenare con noi. E per loro questo deve essere un desiderio, un sogno. Dopo sicuramente sta a me capire quello che potrebbe essere in prospettiva futura un giocatore. Però, se prendiamo ad esempio Buongiorno, non è passato dalla Primavera alla prima squadra, ma è andato a fare esperienze fuori ed è rientrato, è cresciuto ed è diventato un giocatore. Quindi penso che anche questi giocatori qua magari qualcuno è un po' più pronto mentalmente e qualcuno avrà bisogno di qualche esperienza. Però sono veramente contento di come si sono comportati.
Tutti gli altri, il Seck non fa parte del progetto e Radonjic, come ha detto il club, non si è presentato. Per me è un giocatore forte, ma io lavoro con i giocatori e ho la mia disposizione e non sto a guardare gli altri”.
Si immaginava un esordio così rapido in Serie A e con una squadra così importante come il Milan?
"Ho 52 anni. Spero di fare l'esordio così almeno non me lo chiedete più. C'è una prima per tutti. Sicuramente, lo ripeto, questa prima me la sono guadagnata, me la sono conquistata perché ho fatto tanta gavetta. Quindi sicuramente ci sarà un'emozione come quando ho firmato per il Torino, ho ancora la pelle d'oca oggi. Ci sarà un'emozione ma dopo il fischio d’inizio passerà tutto perché stiamo andando al dunque. Sul fatto di quanto ci si mette per arrivare non mi pongo mai limiti. Quando sono arrivato a Venezia la squadra era ultima in classifica e ho passato la testa, ho lavorato. Nel lavorare la società ha creduto quello che era il mio progetto e siamo stati bravi ad arrivare a realizzare un grande sogno. La stessa cosa è l'inizio qua. Io sogno …, ma sognare non basta. Bisogna lavorare e sacrificarsi per arrivare a coltivare questo sogno ed è quello che dico sempre ai miei giocatori. Parlare non basta, bisogna lavorare per arrivare a grandi obiettivi”.
Quanto è completo questo Toro in percentuale? Quanto giocatori si aspetta che arrivino ancora?
"Lo sappiamo benissimo che questa squadra non è completa, lo hanno già detto il direttore tecnico e il presidente. Penso solo una cosa, io nel calcio dopo anni di esperienza preferisco avere pazienza e prendere i giocatori che mi servono senza avere fretta. Sicuramente questo magari a volte è una perdita di tempo, però oggi tutte le squadre nel mercato hanno lottato perché, come ho detto, la Premier League ha sempre il vantaggio su tutti”.
Quando tornerà Schuurs?
“Ne approfitto per fare la lista degli disponibili. Partendo da Perr, come voi sapete ha fatto questo piccolo intervento a Londra che è andato molto bene. In queste settimane andrà fare dei controlli, però l'ho visto veramente bene Fortunatamente è una cosa meno grave del previsto, però è un processo ancora lungo.
Poi abbiamo Vlasic che ha iniziato a correre sul campo a una media intensità. Lo dico anche a voi, su Vlasic di tempo ne abbiamo perso e adesso preferisco aspettare una settimana in più e averlo per tutto il campionato. So che il ragazzo ci tiene tantissimo, ed è bello, ma a volte bisogna frenarlo perché con Vlasic non possiamo più sbagliare visto che l'anno scorso ha avuto una ricaduta però fortunatamente anche con lui siamo a un buon punto.
E Ginetis penso che sia quello più vicino al rientro. Ha avuto questo fastidio al ginocchio ed è uscito ed è rientrato e adesso penso che stia lavorando ad alta intensità e la settimana prossima inizierà il lavoro sul campo per questo dico che è quello più vicino al rientro”.
Come sta Zapata, primo capitano colombiano nella storia del club, visto che ha una muscolatura importante?
“Ho già spiegato perché è diventato il mio capitano, quindi non c'è bisogno di ritornare su questo argomento. Per quanto riguarda il suo lavoro fisico, il nostro lavoro è capire le caratteristiche dei singoli. Infatti, come si vede, con lui abbiamo optato per fare un altro tipo di lavoro fisico perché è una tipologia di giocatore potente, abbastanza pesante e questo ci ha dato frutti. Gli obiettivi si possono raggiungere anche attraverso altre strade non ce n’è solo una. Ha un fisico potente, ma adesso, come tutti i ragazzi, sta migliorando il ritmo partita”.
E' un "testa a testa" fra Sanabria e Adams?
“Penso che si usino parole sbagliate, non ci sono testa a testa, fanno parte di un gruppo di attaccanti che devono fare il bene della squadra. Indipendentemente dalle scelte che deve fare l’allenatore, sono loro che devono fare il loro dovere. Adams l'abbiamo preso perché è un giocatore importante, ha fatto la Premier League, sa cosa vuol dire giocare a calcio. Sanabria è un altro giocatore importante come Duvan e Karamoh ed eventualmente quando rientrerà anche Pellegri. La capacità nostra è di essere al servizio della squadra, questa è la vittoria. Perché alla fine solo con due attaccanti con tutte le partite che di Fanno non si può andare avanti. La mia capacità è stimolarli tutti”.
Cosa pensa del mercato ancora aperto quando inizia il campionato? Può essere un difficoltà e se sì come pensa di gestirla?
“No, penso che ormai ci siamo abituati. È inutile continuare a parlare, il mercato si potrebbe chiuderlo un po' prima, perché effettivamente ultimamente si arriva alla seconda di campionato e si parla ancora del mercato. Però questo fa parte del gioco e dobbiamo essere bravi e io in particolare lo devo essere per farci influenzare da questo”.
Che Toro si aspetta contro il Milan?
“Io non metto pressione al mio Torino. Voglio solo vedere, come ho detto, il mattoncino di crescita. Poi sicuramente affrontiamo una grande squadra. Non solo voglio vedere il livello tecnico perché queste grandi squadre ti impegnano anche sotto quello che io cerco: il valore, il sacrificio. Perché se noi pensiamo di andare a San Siro e per 90 minuti a fare grande calcio, penso che sia un pochettino ancora un grande sogno. A me piace sognare però non fino a questo punto. Dobbiamo anche capire che nell'arco della partita ci sono più partite e sapere gestire più momenti all'interno della partita con grande umiltà. Questa è la cosa più importante”.
Che percezione ha della piazza?
“È il mio obiettivo e l'ho detto anche ai ragazzi che deve passare attraverso quello che noi facciamo in campo. Perché noi dobbiamo unire. Noi dobbiamo riaccendere questo spirito indipendentemente da quello che è il mercato. Non dobbiamo far vedere questo perché penso che i tifosi vogliono questo. E io pretendo questo dai miei giocatori. Poi, se avessi la sfera magica saprei se vinceremo o perderemo, ma non ho la sfera magica. Ma quelli che sono i veri valori del Torino non devono mai mancare in campo”.